La grave accusa di aggressione a due donne fa scattare un forte provvedimento per l’icona del calcio mondiale. La Federazione ha optato per l’esonero
Il calcio, questa settimana, non ha dato una bella immagine di sé. Dopo l’idea SuperLega, nata e morta nel giro di poco più di 48 ore, a cui sono seguite polemiche su polemiche per il suo carattere troppo elitario in contrapposizione a uno sport che da tutti è considerato come popolare, ovvero del popolo, il mondo del pallone è stato al centro della scena come quando l’Italia ha vinto il Mondiale (quasi). Nel tiro alla fune tra i dodici club fondatori, di cui facevano parte anche le ‘nostre’ Juventus, Milan, Inter – le prime due le uniche rimaste assieme a Real Madrid e Barcellona – e la Uefa, a vincere pare che siano stati i tifosi, scesi in piazza figurativamente e non per dire no alla competizione.
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Siccome, però, i mali non arrivano mai soli, e la conferma anche la legge di Murphy, secondo cui, appunto, “Se qualcosa può andare storto, lo farà”, lo sport di Pelé e Maradona continua a uscire con le ossa rotta dalle ultime novità. Ma, per rimanere sul campo da gioco, riesce anche a salvarsi in corner, ogni tanto. L’ex calciatore del Manchester United Ryan Giggs, dal 2018 allenatore della nazionale del Galles, è stato infatti accusato di aver aggredito due donne, in occasioni diverse, tra il 2017 e il 2020.
Le accuse, diventate formali solo oggi, ma già nell’aria da novembre scorso, hanno convinto l’associazione calcistica gallese a esonerare il tecnico 47enne più di vent’anni dedicati ai Red Devils, di cui nel 2014 è stato anche allenatore per un breve periodo. Al suo posto, per la spedizione agli Europei del 2020, sulla panchina della nazionale di Bale siederà Robert Page, che già da quando si sentivano certe voci aveva preso le redini del gruppo.