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Spettacolo

Dario Argento lo considerava il suo erede, ha lasciato l’horror: ecco cosa fa oggi

Published by
Leonardo Pasquali

La sua carriera ha preso una piega inaspettata, negli anni ’90 fu tra i nomi di spicco sul panorama cinematografico italiano e internazionale

Classe 1957, cominciò prestissimo a lavorare nel mondo del cinema. A intravedere un talento in lui fu inizialmente il celebre Joe D’Amato, poi finì sui set di Lamberto Bava e Dario Argento come aiuto regista – aveva iniziato in realtà come attore nel 1975. Dietro la macchina da presa ci si siede solamente nel 1987, a trent’anni, quando dirige Deliria, pellicola grazie alla quale conquistò il Festival di Avoriaz.

Dario Argento ha fatto scoprire al mondo uno dei talenti più cristallini del nostro cinema, è stato un suo pupillo – bloglive.it (ANSA)

Mentre il suo esordio fu prodotto dallo stesso D’Amato, successivamente invece collabora con Argento che tra le altre cose firma anche la sceneggiatura del suo La chiesa. Il sodalizio verrà confermato anche per il terzo film intitolato La setta, del 1991. Qualche anno prima, invece, aveva vestito i panni del regista in seconda unità per Le avventure del barone di Munchausen, insieme a niente meno che Terry Gilliam. È proprio in questo periodo che viene approcciato da Quentin Tarantino ma la sua carriera avrebbe presto imboccato un sentiero diverso.

È uno degli idoli di Quentin Tarantino, ha lavorato con Terry Gilliam e Dario Argento

Tra i suoi film più riusciti c’è sicuramente Dellamorte Dellamore, tratto dal romanzo di Tiziano Sclavi – scrittore e creatore di Dylan Dog – che esce nelle sale nel 1994. Dopo averlo visto, Quentin Tarantino decide di contattarlo per girare Dal tramonto all’alba, lui rifiutò perché la trama non lo convinse e il progetto passò nelle mani di Robert Rodriguez – diventando poi un vero e proprio cult. Poco dopo sceglie di intraprendere un percorso differente, iniziando a lavorare in tv.

Di recente lo abbiamo visto collaborare con Jan Maria Michelini sulla seconda stagione di Blanca ma la sua avventura sul piccolo schermo è iniziata con Ultimo – La sfida del 1999. Da lì in poi sono stati diversi gli sceneggiati di successo su cui ha messo la firma come Francesco, Nassiryia – Per non dimenticare, Caccia al Re – La narcotici ma anche Adriano Olivetti – La forza di un sogno, Rocco Schiavone e Màkari.

Il regista Michele Soavi, 66 anni, oggi è attivo in televisione. Lui dietro la macchina da presa per Blanca 2 – bloglive.it (ANSA)

Per quanto riguarda il cinema, dopo aver riscontrato poco successo nel 1994, torna solamente nel 2006, dodici anni più tardi con Arrivederci amore, ciao. Michele Soavi ha poi diretto altri due lungometraggi: Il sangue dei vinti del 2008 e La Befana vien di notte nel 2018.

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Leonardo Pasquali