Nelle ultime ore sono esplose delle polemiche attorno ai guadagni della Premier Giorgia Meloni, ma cosa le si contesta? Scopriamolo insieme.
Si tratta di argomenti molto delicati che vanno trattati con tutti i condizionali del caso, ma che meritano comunque un approfondimento non di poco conto.
Facciamo un attimo un passo indietro, Giorgia Meloni è il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, in carica dal 22 ottobre 2022 quando ha preso il posto di Mario Draghi. Al suo fianco come vice presidente troviamo Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Un percorso il suo in politica che è iniziato quando era ancora una ragazza, fin dai tempi della Giovane Italia e di Azione Giovani, riuscendo subito a distinguersi per idee chiare, leadership e grande intelligenza. Un personaggio, come tutti quelli che ci sono in politica in Italia, che divide tra chi la apprezza tantissimo per il suo modo di fare e chi invece la attacca costantemente.
Oggi vogliamo approfondire quella che è sicuramente la polemica del momento e che riguarda i suoi guadagni, scopriamo tutto più da vicino, cercando di capire anche se gli aspetti che sono emersi sono frutto della solita ossessione nei confronti dei politici o se hanno delle fondamenta reali.
Su Leggo possiamo trovare un lungo approfondimento in merito ai guadagni di Giorgia Meloni. Il 2024 presenta, come dimostrato dalla dichiarazione patrimoniale del 2025 firmata il 28 ottobre scorso, un dimezzamento dei redditi. A pubblicare tutto è stata la stessa Premier, probabilmente anche per anticipare la stampa pronta a metterci sempre lo zampino.
Se l’anno scorso si era parlato per lei di una cifra vicina ai 460mila euro nell’ultimo anno si parla di 180mila dunque meno della metà. Una cosa che ha sicuramente non ha convinto a fondo chi si è trovato a leggere la dichiarazione e che ha portato a delle polemiche sterili, visto che le differenze sono probabilmente legate al fatto che non ha potuto contare sui diritti d’autore dei suoi due libri.
Come sempre quando si parla di queste cifre non mancano le polemiche che iniziano a creare rumore e obbligano anche a fare delle riflessioni. Difficile pensare di poter trovare qualche falla in dichiarazioni che sono di fatto rese pubbliche e dunque potenzialmente esposte a controlli di ogni tipo.
Siamo abituati però a un paese che di fronte a queste cose è sempre pronto a provare ad alzare la polemica anche quando non c’è davvero motivo per farlo.