Ormai su Jannik Sinner se ne sono sentite di tutti i colori, ma che si rovesciasse il mondo e qualcuno gli desse del “troppo italiano” non ce l’aspettavamo.
Inutile negarlo, quando si vince tutto si finisce per andare sempre al centro delle polemiche e la situazione rischia di farsi complicata. Oggi vi parliamo di un aspetto molto interessante che merita di essere messo in evidenza.
Protagonista al centro è uno dei più grandi atleti italiani di sempre, il tennista altoatesino Jannik Sinner. Non è nuova la polemica che vuole vedere alcuni, per fortuna una minoranza, additare gli abitanti del Trentino Alto Adige come “non italiani”, sarà per la doppia lingua e per la cultura differente, una cosa senza senso contro la quale ha dovuto combattere anche il noto tennista.
Oggi vogliamo andare a leggere alcuni spunti interessanti che meritano di essere messi in evidenza e che spiazzano anche perché sono abbastanza insensati permetteteci. Scopriamo tutto da vicino, consapevoli di trovarci di fronte a una polemica che ha fatto parlare tutta l’Italia. Siamo certi che anche voi avrete qualcosa da dire per cercare di esprimere la vostra opinione, magari sconvolti da situazioni che non possono essere considerate di facilissima lettura.
“Sinner è troppo italiano“, ecco chi l’ha detto scopriamolo insieme. L’attacco è arrivato dagli Schultzen in una lettera aperta dove si dicono feriti dalla sua dichiarazione recente in cui l’atleta ha specificato di essere molto felice di essere nato in Italia e non in Austria.
Non è una grande novità con gli Schultzen che hanno più volte, anche in passato, evidenziato il mancato appoggio nei confronti degli atleti altoatesini che sventolavano il tricolore italiano o che cantavano l’Inno di Mameli. A parlare è stato Christoph Schmid, comandante dei Cappelli piumati, che ha specificato come riportato da Ansa: “In una società libera ognuno deve poter definire la propria identità. Sai bene che affermazioni come questa, soprattutto se pronunciate da una personalità tanto conosciuta, hanno un effetto che va ben oltre lo sport. Vengono accolte con soddisfazione dai nazionalisti italiani, mentre qui da noi suscitano preoccupazione. Perché toccano questioni per noi centrali: la nostra lingua, la nostra storia, la nostra identità”.
Inutile negare che sono state tante le reazioni contrariate di fronte a queste parole in una situazione che non ci saremmo mai aspettati di vedere da vicino in questo senso. E voi cosa ne pensate?