Fiom contro Cgil: non firmiamo

Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, la Fiom, capeggiata da Landini, gela il segretario confederale Susanna Camusso, che nei giorni scorsi aveva fatto appello in favore della firma dell’accordo e criticato i toni della Fiom. Di fatto la segreteria nazionale della Cgil viene totalmente ignorata e mandata a quel Paese. Landini si scaglia, infatti, contro l’azienda, sostenendo che il referendum è illegittimo, perchè avviene in un clima di ricatto: o si vota sì o altrimenti si chiude la fabbrica.

La Fiom, quindi, ribadisce non solo il suo no all’accordo, ma chiude le porte alla Fiat, su un possibile compromesso successivo al referendum.

Bocciata, così, la linea più possibilista della Camusso, che teme l’isolamento politico-sindacale della sua organizzazione. Landini ne ha per tutti, anche per il governo, che giudica “scandaloso”, perchè non farebbe nulla per trattenere la Fiat in Italia, scaricando il costo sui lavoratori.

Nei giorni scorsi, a sorpresa, si era schierato in favore della linea massimalista e radicale della Fiom un calibro da novanta, come l’ex segretario confederale ed ex sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, il quale dopo avere abbandonato il sindacato, si era distinto per posizioni giudicate a sinistra come “conservatrici”.

Cofferati aveva difeso il massimalismo della Fiom, sostenendo che è contrario allo statuto della Cgil firmare accordi che abbassano il livello dei diritti dei lavoratori.

Si profila, dunque, una partita tutta interna al sindacato di sinistra, in cui a rischio è la credibilità, forse la stessa sopravvivenza, della gestione Camusso.

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