Chema Madoz, la sua arte surreale a Parigi

Chema Madoz, fotografo spagnolo nato a Madri nel 1958, nel corso della sua lunga carriera professionale ha raccolto nel suo ricco curriculum lavorativo premi e moltissime mostre che abbiano avvalorato la sua arte fotografica. Chema Madoz ha sempre mantenuto il suo stile e il modo di vivere e far rivivere la fotografia, riesce a estrapolare da ogni immagine apparentemente comune il dettaglio più ironico e nitido. Cerca di catturare i soggetti delle sue fotografie con precisione quasi maniacale, tanto da dare l’illusione che l’immagine scattata sia posta su due livelli diversi. Chema Madoz struttura la sua tecnica fotografica su questi due fronti, in cui uno sembra quello di far rubare l’immagine al primo fugace sguardo, e il secondo invece è quello in cui si esprime la sua capacità fotografica, dove il suo sguardo raggiunge l’oggetto predestinato allo scatto, facendolo quasi vivere nelle sue stesse fotografie. Quello che può essere un semplice oggetto, all’improvviso può diventare il protagonista di un’opera d’arte.  La sua fama è collegata alle sue immagini in bianco e nero e soprattutto per quanto appena accento al surrealismo. La grandezza della sua tecnica, infatti, è proprio questa, prendere un oggetto e farlo vivere da un punto di vista del tutto diverso e appunto quasi in un momento di vita quasi surreale. Chema Madoz ha dichiarato di preferire le Hasselblad per il suo lavoro, sono le macchine che più si avvicinano alla sua tecnica visiva e strutturale.

Nel suo repertorio fotografico ricordiamo anche un libro Objetos, in cui sono presenti tutte le sue fotografie migliori appartenenti al periodo 1990-1999, e tutte le immagini qui proposte sono certamente scattate con un modello di macchina fotografica appunto Hasselblad. Il fotografo terrà una mostra delle sue opere più recenti a Parigi dal 2 marzo al 2 aprile 2011, e inoltre la Fàbrica ha già annunciato che sarà stampata a breve una monografia di 450 pagine in cui saranno racchiuse tutte le sue fotografie migliori circa 300, che rappresenteranno i suoi lavori d’esordio in carriera fino ad arrivare ad opere di recente produzione artistica. Inoltre saranno affiancate anche testi e fotografie di Duane Michals e quelle del critico Christina Cujolle. Gli amanti e gli estimatori della fotografia professionale non possono non conoscere questo fotografo, e tutti gli appassionati del genere fotografo visionando le sue fotografie possono apprezzare e appurare un modo diverso di creare immagine, quando non solo l’obiettivo fa il suo lavoro, ma anche quando la passione veste la macchina fotografica in uso, e i suoi accessori complementari, con capacità non comuni e soprattutto quando la fotografia non è solo arte, ma modo di vivere.

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