Termini Imerese, dopo Fiat raddoppia occupazione

E’ un accordo storico e dalla portata forse fuori da quanto sino ad oggi immaginato. L’addio di Fiat al suo stabilimento siciliano di Termini Imerese, fino a poco tempo fà vissuto con angoscia dai 1500 lavoratori, nonchè dalla politica e società isolane, adesso si sta trasformando in un’occasione di sviluppo, che dovrebbe comportare il raddoppio del numero degli attuali occupati, i quali dovrebbero salire a 3300.

Il Ministro per lo Sviluppo, Paolo Romani, non solo non tiene un profilo di prudenza istituzionale, ma è così euforico dell’intesa che si starebbe trovando per il sito ormai quasi ex Fiat, che non trattiene parole di entusiasmo, definendo il nuovo piano una novità assoluta, un accordo storico senza precedenti, un esempio che la Sicilia potrà offrire all’Italia.

Sono sette le aziende che avevano inviato proposte per rilevare il sito, ma quello che cambia adesso nel quadro della discussione è che il Ministro Romani ha inteso accettare tutte e sette le proposte, che potranno trovare applicazione, assorbendo la vecchia occupazione di 1500 lavoratori e creando altri 1800 posti lavoro.

Soltanto due sono le aziende del settore automotive e trattasi della piemontese Rossignolo, che produce auto di lusso e della Cape Natixis, guidata dal siciliano Simone Cimino, che intende produrre auto elettriche.

Per il resto, ci sarebbero offerte per la creazione di un padiglione cinematografico, una sorta di set alla Hollywood, un’impresa di protesi ortopediche, una del settore florovivaistico, una nello stoccaggio di biomasse, per la produzione di energia e un’altra attiva nella grande distribuzione.

Da un male, spesso, si potrà ricavare un bene!

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