Tremonti, ora pensare alla crescita e al sud

Ieri, in conferenza stampa, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, hanno ufficialmente dato inizio alla cosiddetta “fase due” del governo, ossia al piano di rilancio della crescita dell’economia, dopo la necessaria prima fase dell’azione dell’esecutivo, rivolta al controllo rigoroso dei conti pubblici, a causa di un tragico biennio di recessione economica.

La seconda fase, dice Tremonti, si apre con un tavolo di confronto con tutti i ministri interessati, al fine di alzare il tasso di crescita italiano, perchè bisogna crescere più dell’1,1%. Il ministro ragiona che la causa della bassa crescita dell’Italia è il sud, che non cresce, con un basso livello di apporto di ricchezza. Se si vuole crescere, quindi, bisognerà fare crescere al sud, verso cui, in particolare, sarà rivolta l’azione di governo della seconda parte della legislatura.

Nell’annunciare il piano di moratoria dei debiti delle piccole e medie imprese per un anno, come sancito da un accordo tra i rappresentanti delle pmi e dell’Abi, il ministro conferma che dovrà essere presentato all’Europa un piano con cifre precise sulla politica economica e la crescita, quindi, niente più piani vaghi vecchio stile.

Per questo, sostiene Tremonti, adesso bisognerà passare ai fatti concreti. Ma invita anche a non drammatizzare più del dovuto: l’Italia cresce meno, ma gli altri hanno deficit più alti, senza i quali crescerebbero quanto l’Italia. E poi il nord, secondo le ultime cifre disponibili, sarebbe l’area economica più ricca in Europa e del mondo. Il problema è il sud, appunto!

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