E' morto Knut, il famoso orso bianco dello zoo di Berlino

Il celebre orso bianco di Berlino se n’è andato così, davanti agli occhi di moltissimi visitatori incuriositi dai suoi strani atteggiamenti. Molti sono riusciti a fare delle riprese degli ultimi momenti di vita di Knut così anche la sua morte è diventata un evento mediatico, come tutta la sua vita del resto. L’area di accesso è stata immediatamente interdetta al pubblico dopo la morte dell’orso per evitare che la gente potesse vedere quel corpo bianco galleggiare nell’acqua. Knut è morto il 19 marzo scorso e l’autopsia è iniziata il 21 marzo, ma subito dopoil decesso lo zoo ha dichiarato la morte per infarto, come spesso avviene in questi casi.La storia di Knut è molto triste. Appena nato nel dicembre del 2006 fu abbandonato dalla sua mamma, l’orsa Tosca, che aveva lavorato per anni in un circo. Insieme a Knut nacque anche il suo fratellino che morì poco dopo a causa di un’infezione. Il piccolo Knut fu allora allevato dal suo guardiano, Thomas Doerflein, che si prese cura di lui giorno e notte, dormendo con lui, lavandolo e facendolo giocare. Ancora una volta però il piccolo Knut si ritrovò solo quando Thomas morì nel 2008 a causa di un infarto. La prima apparizione al pubblico di Knut avvenne il 23 marzo del 2007 e da allora si è scatenato un vero e proprio fenomeno mediatico ed economico, che ha fatto aumentare gli introiti dello zoo di Berlino, lo Zoologischer Garten, del 30% circa. L’immagine dell’orso polare più famoso della Germania era riportata su qualsiasi tipo di gadgets, anche sui francobolli, oltre che alle classiche t-shirt. Gli ingressi allo zoo aumentarono esponenzialmente perchè tutti, soprattutto i bambini, volevano vedere l’orso bianco di cui si parlava tanto. Il fatturato totale legato ai gadgets e agli ingressi è stato stimato intorno ai 5 milioni di euro. Ma sono stati tantissimi gli etologi e i veterinari che hanno denunciato lo stato di salute pessimo del soggetto, ingrassato enormemente a causa della ridotta possibilità di movimento e all’alimentazione sbagliata. Nel 2008 tentò di aggredire un visitatore e mostrava evidentissimi segni di stress, attacchi di panico e movimenti ripetuti senza senso. Furono proprio gli etologi della PETA a denunciare che l’orso stava impazzendo. Ma questo non è servito a salvare Knut e l’orso polare si è spento a soli 4 anni, un pò pochi se considerato che un orso polare in natura ha un’aspettativa di vita di 35 anni, che scendono a 25 in cattività.

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