Crisi in Libia. Dopo l’approvazione del Senato, il Governo riferisce alla Camera

Si è consumata nel pomeriggio di ieri la prima tappa istituzionale del percorso di approvazione dell’intervento italiano in Libia.
Il Senato ha infatti approvato la risoluzione di maggioranza, con la quale si autorizza il Governo a proseguire la missione in Libia, pur con alcuni distinguo importanti, inseriti grazie all’intervento della Lega.
La seduta pomeridiana si è aperta con le dichiarazioni del Ministro Frattini, che ha ripercorso le tappe più importanti dei recenti avvenimenti ed ha anche ricordato l’importanza dei rapporti stretti con la Libia negli anni passati.
In particolare il titolare degli Esteri ha puntualizzato su alcune importanti questioni relative all’autorizzazione fornita dal Governo  all’utilizzo delle basi militari da parte delle forze Alleate.

La critica era infatti arrivata nei giorni scorsi dalle file dell‘Idv e della Lega, che avevano sollevato dubbi sull’effettiva validità di detta autorizzazione.
Il Ministro ha spiegato invece che il via libera all’utilizzo delle basi era stato tempestivamente dato dalle Commissioni Esteri e Difesa di entrambe le Camere con un voto unanime, facendo però registrare l’assenza proprio dei gruppi di Idv e Lega.

Dopo le comunicazioni del Governo, si è passati all’esame della risoluzioni. Nonostante gli inviti del Capo dello Stato ad una maggiore sobrietà ed unità, ogni gruppo ha presentato la propria, col risultato che solo quella di maggioranza (Pdl e Lega), integrata con alcuni punti di quella del Pd, è stata approvata.
Il contenuto della risoluzione impegna dunque il Governo a proseguire nell’intervento in Libia, ma introduce anche importanti “paletti”, frutto dell’intervento della Lega.
I tratti essenziali del documento prevedono che il Governo continui a collaborare con le forze Alleate ma non manchi di rappresentare, nelle sedi internazionali opportune, la necessità della creazione di un comando unico della Nato e soprattutto promuova un’azione che acceleri il più possibile il passaggio alla fase post-bellica, proprio nel rispetto dell’obiettivo della risoluzione 1973, che è quello della difesa dei civili.

La seconda parte della risoluzione è invece dedicata alle argomentazioni promosse dalla Lega.
In particolare sono due i punti focali. In primo luogo si impegna il Governo a promuovere la tutela delle imprese europee colpite dall’intervento in Libia. Soprattutto quelle importatrici di gas e petrolio.
Il secondo punto riguarda invece l’immigrazione. Il Governo dorvrà, nelle sedi europee, richiedere che sia attivato al più presto un sistema di pattugliamento delle coste del Mediterraneo per evitare che le organizzazioni criminali assumano il controllo dei flussi migratori clandestini.
Sono state invece respinte le risoluzioni di minoranza.

Oggi la discussione passa alla Camera, dove è in corso la relazione del Ministro Frattini.
Ci sarà anche in questo ramo del Parlamento la convergenza del Pd con i partiti di maggioranza.
Si attende dunque l’approvazione anche dei deputati, così che il Governo possa iniziare a rappresentare nelle sedi internazionali, la propria posizione ufficiale.

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