Mafia, Brusca: “Berlusconi non implicato nelle stragi”

Giovanni BruscaBerlusconi e Dell’Utri non sono i mandanti occulti delle stragi del 1993:  l’affermazione arriva dall’aula bunker di Firenze nel corso del processo Georgofili ed è del pentito di mafia Giovanni Brusca. Il collaboratore di giustizia nega che il Presidente del consiglio sia in qualche modo implicato nella scia di attentati che insanguinò l’Italia nei primi anni novanta ma conferma i contatti con Marcello Dell’Utri, nel tentativo di ottenere la revisione del maxi processo e la modifica del 41 bis in cambio della fine delle stragi. Brusca dichiara di aver mandato Mangano a Milano per parlare con l’attuale senatore del Popolo della Libertà e, attraverso lui, con Berlusconi,  per fargli una proposta a metà strada tra ultimatum e trattativa: “Revisione del maxi processo e dell’articolo 41 bis o le stragi continueranno”.

Ma quelli del primo ministro e di Dell’Utri non sono gli unici nomi fatti dal pentito nel corso della sua deposizione. Secondo Brusca infatti nel 1992 Cosa nostra aveva rapporti con i politici ed in particolare con Lima, a livello locale, e con Andreotti a livello nazionale. Brusca è tornato poi a tirare in ballo Nicola Mancino, allora ministro degli Interni, che sarebbe stato il destinatario finale del “papello”, l’elenco di richieste (revisione maxi processo, applicazione legge Gozzini) fatte dalla mafia allo stato.

Berlusconi

Immediate le reazioni dei diretti interessati con Niccolò Ghedini, avvocato di Silvio Berlusconi, che attraverso una nota smentisce che il Premier sia mai stato contattato o abbia ricevuto richieste come quelle indicate da Brusca. Replica anche da parte di Mancino secondo cui le dichiarazioni che lo riguardano non sono altro che un vendetta di Cosa Nostra nei confronti di chi ha sempre combattuto la mafia.

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