Thyssen, le scuse di Confindustria

Parenti vittime ThyssenConfindustria chiede scusa, lo fa con Giampaolo Galli, direttore generale della confederazione degli industriali. Galli, nel corso della trasmissione di La 7, Cofeee Break, ha provato a mettere un freno alle polemiche che si sono alzate dopo l’applauso tributato durante l’assiste di Bergamo all’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario dalla corte di assise di Torino nell’ambito del processo sul rogo che è costato la vita a sette operai.

LE SCUSE – L’applauso è stato sbagliato, inopportuno e chiedo scusa ai familiari delle vittime e all’opinione pubblica che si è sentita colpita e offesa“, queste le parole del direttore generale di Confindustria che ha anche provato a spiegare il perché di quell’applauso: “Bisogna capire però che è stato un applauso spontaneo partito da una platea di imprenditori che sono preoccupati perché in Italia non c’è la certezza del diritto”. “Il nodo – ha continuato Galli – è che in Italia la giustizia a volte è più severa che all’estero e altre volte non fa nulla”. Il dg della confederazione degli industriali ha voluto anche ricordare che oltre all’applauso per l’ad delle Thyssen, gli industriali ne hanno tributato un altro, molto sentito alla presidente Marcegaglia quando ha affermato che “ogni incidente sul lavoro è una sconfitta molto grande per noi”.  “Noi – ha aggiunto Galli –  siamo i primi a essere seriamente impegnati affinché non ci siano incidenti. Abbiamo un impegno fortissimo sulla sicurezza sul lavoro”.

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I PARENTI DELLE VITTIME – “Se hanno applaudito un assassino significa che sono assassini anche loro. È un sollievo che abbiano deciso di chiedere scusa, una timida consolazione“: Rosina Platì, mamma di Giovanni De Masi, uno dei sette operai morti nel rogo della Thyssen, commenta così le scuse del direttore generale di Confindustria. Disponibile ad un incontro con la Marcegalia è Graziella Rodinò, madre di Rosario: “Saremo ben felici di incontrarla e ascolteremo quello che ha da dire e risponderemo. Vogliamo che ci dica in faccia che le pene sono troppo severe: a nostro avviso gli imputati ne meritavano di peggiori”. Prende atto delle scuse anche il pubblico ministero del processo, Raffaele Guariniello, secondo cui: “Applaudire Espenhahn è stato come applaudire di fronte a sette morti. Sono contento che Confindustria abbia preso le distanze da quell’applauso.”

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