Cina-USA, vertice a Washington conferma buoni rapporti

La due giorni a Washington tra la Cina e gli USA è stata una buona occasione per fare il punto delle relazioni tra i due Paesi, dopo le tensioni dei mesi scorsi, a proposito delle richieste pressanti dell’amministrazione Obama su un apprezzamento dello yuan, che determini un commercio più equo tra le due economie.

La Cina, infatti, ha un tasso di cambio fisso, per cui il valore della sua valuta non si apprezza mai, anche quando la sua economia riesce ad esportare ogni anno flussi crescenti di merci e di capitali. Questa distorsione è fino ad ora andata a tutto vantaggio di Pechino, che ha potuto contare su un meccanismo di amplificazione dei vantaggi commerciali con il resto del mondo.

Da qualche mese, però, la situazione sta mutando. A causa dell’abbondante livello di liquidità, derivante proprio dalle esportazioni di merci e dall’ingresso di ingenti capitali, la Cina è alle prese con un’inflazione oltre il 5%, che sta creando le condizioni per un disincentivo alle esportazioni, dato che le sue merci iniziano a diventare un pò meno competitive, a causa dell’aumento dei prezzi. Questo starebbe attenuando la distorsione del tasso di cambio, nonchè le tensioni con gli USA, in testa.

Tanto che lo stesso Geithner non ha usato i toni polemici dei mesi precedenti, ma dichiarando che la stessa Cina parla sempre più di una rivalutazione dello yuan. Il ministro del Tesoro USA ha poi invitato la Cina a darsi una struttura di mercato.

E anche per Pechino, adesso, in funzione anti-inflazione, potrebbe convenire la libera oscillazione dello yuan, o meglio, in una prima fase, il graduale apprezzamento della propria valuta, che aumenterebbe il potere di acquisto interno, spostando parte della domanda dalle esportazioni ai consumi interni, che è poi uno degli obiettivi strategici del governo.

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