Berlusconi in tv, non si placano le polemiche

BerlusconiL’invasione televisiva effettuata venerdì da Berlusconi non smette di suscitare polemiche e, se a protestare non sono solo i soliti comunisti del Partito Democratico e i traditori dei finiani, ma riviste come Famiglia Cristiana e personaggi come il presidente della Rai, Garimberti, allora il dubbio che quanto fatto dal premier non sia proprio degno di una democrazia potrebbe iniziare a infilarsi anche nelle menti dei più strenui sostenitori del leader di centrodestra. Ovviamente non sarà così, ma l’eco di quanto fatto con l’occupazione di tutti i telegiornali da parte di Berlusconi si farà sentire ancora in questa ultima settimana di campagna elettorale. E ad arrivare dovrà essere la voce di tutti i partiti che dovranno avere spazio adeguato sui telegiornali della Rai, come dichiarato da Galimberti: “Alla luce di quanto accaduto – le parole del presidente delle televisione pubblica – è necessario che la Rai riequilibri tempestivamente dando spazio, sui temi delle amministrative, a punti di vista di candidati o leader di partiti diversi da quello del Presidente del Consiglio“. Il numero uno di viale Mazzini motiva la sua richiesta parlando degli interventi di Berlusconi come di “una sorta di comizio, senza un’adeguata compensazione con le opinioni di altri candidati”, una cosa non degna di un giornalista, a maggior ragione di quelli del servizio pubblico che “devono sempre avere chiara la missione fondamentale che è affidata loro: informare e dare al cittadino la possibilità di avere un panorama completo delle opinioni“.

E ancora più netta la critica rivolta da Famiglia Cristiana alla super-esposizione mediatica del premier attraverso un editoriale il cui titolo,”L’arroganza a reti unificate“, già dice tutto e in cui si parla di venerdì come di una giornata in cui sono state scritte due brutte pagine: “una da parte di un primo ministro che si arroga prerogative inaccessibili agli avversari politici e l’altra da un giornalismo che invece di tenere la schiena diritta si genuflette”.

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E il settimanale va giù duro accusando anche l’Agcom di non intervenire tempestivamente: “Non è da dubitare che i membri dell’Agcom siano carichi di incombenze private… ma se ritengono di poter attendere mercoledi, tanto vale posporre a giugno o luglio; tanto i buoi sono già scappati.”

 

 

 

 

 

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