Tobin Tax: l’antidoto contro la speculazione

Visto l’andamento delle Borse, ancora cedente, delle ultime sessioni, sembra che i mercati azionari mondiali temano la Tobin Tax, ovverosia la tassazione sulle transazioni finanziarie proposta dal cancelliere tedesco Merkel e dal presidente francese Sarkozy. D’altronde s’è visto in questi giorni, soprattutto a Piazza Affari, che neanche lo stop per quindici giorni alle vendite allo scoperto ha arrestato quello che sembra essere un vero e proprio bagno di sangue. La capitalizzazione di Borsa delle banche, in tutto il Vecchio Continente, è su livelli palesemente sacrificati, così come l’ipotesi di istituzione dei cosiddetti eurobond non sembra aver scaldato gli animi dei compratori di titoli azionari, che rimangono rigorosamente in trincea.

Ma è la politica che si deve adeguare ai mercati, o viceversa? La domanda è d’obbligo visto che alla tempesta ribassista sull’azionario non sembrano esserci manovre, summit e meeting straordinari che tengano. Pur tuttavia, secondo quanto affermano congiuntamente l’Adusbef e la Federconsumatori, per voce dei rispettivi presidenti, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, l’introduzione della Tobin Tax rappresenterebbe l’antitodo contro la speculazione.

Questo perché, a fronte di 4.000 miliardi di dollari annui di transazioni finanziarie in tutto il mondo, con una piccola tassa allo 0,02% si andrebbe a costruire un vero e proprio “tesoretto” da utilizzare per approntare le misure di stabilizzazione. D’altronde la speculazione nasce proprio dall’indecisione e dall’incertezza della politica su tutti i fronti, a partire dai cosiddetti eurobond, per i quali, per ovvi motivi, l’Italia sarebbe pronta a firmare domani mattina, mentre la Germania continua a resistere e ad essere contraria ad oltranza.

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