E’ successo a Biandrate, in provincia di Novara e la storia che vi stiamo per raccontare avrebbe dell’incredibile, se non fosse un caso tipico del malcostume all’italiana. Riguarda il consorzio delle cooperative che gestisce i magazzini dell’Esselunga nel novarese, la SIAFRA. Circa 200 lavoratori immigrati, per lo più asiatici, ma anche africani, avevano richiesto gli arretrati per gli anni 2008 e 2009, riguardanti la riscossione dei premi di produttività, degli straordinari, dei turni di notte.
La richiesta era stata avanzata tramite dichiarazione dei redditi fatta con la UIL. Ma in busta paga, gli stessi lavoratori hanno scoperto la beffa. Anzichè ricevere quanto loro dovuto, le coop avevano operato dalle buste paga ulteriori trattenute fiscali, per cui i lavoratori si sono ritrovati a pagare, invece che a ricevere la ricompensa.
L’ennesimo abuso nei loro confronti, ad opera del sistema delle cooperative, ha spinto a una protesta, che ha ottenuto riscontro nella sigla della Slai-Cobas, in collaborazione con i Conas di Origgio (VA), Turate (CO), Limito (MI), Calcinate (BG). Grazie all’intervento dei Cobas, i lavoratori hanno costretto le coop a restituire loro il maltolto di 600 euro per ciascuna busta paga.
Un comunicato Slai-Cobas, oltre a parlare del caso eclatante delle trattenute fiscali indebite, denuncia il clima di intimidazione nei confronti degli immigrati e starebbe costringendo le coop a trattare su altri punti del contratto. Inoltre, viene messa in luce la natura per nulla mutualistica di cui le cooperative si farebbero scudo formalmente, ma poi non applicata nei fatti.
L’ennesimo episodio, che invita a riflettere sulla validità delle numerose previsioni legislative, in favore del sistema cooperativo, che agisce a tutti gli effetti con spirito imprenditoriale puro.