Giampaolo “Gianpi” Tarantini e la moglie Nicla sono agli arresti. Lei è ai domiciliari, lui è ancora in carcere, mentre arrivano alla stampa nuovi scampoli degli interrogatori. «Io sono Gianpaolo Tarantini, ho favorito la prostituzione, ho ricevuto cocaina e ho corrotto la sanità in Puglia», questo è quello che dice di sè Tarantini; di certo sa arrivare subito al sodo. La moglie Nicla parla di lui e gli imputa l’unico difetto di essere troppo “superficiale”: «Perché il presidente è una persona che gli piace fare le cene. Ad alcuni pranzi e cene ci sono andata, poi non più perché avevo un pancione così, aspettavo la mia seconda figlia. Allora lui (Gianpi, ndr) portava delle amiche, gente che erano ragazze normali, che facevano lavori comuni, amiche dello spettacolo come Manuela Arcuri. In mezzo a queste sono capitate delle mignotte. Lui è stato superficiale».
Tarantini è stato sentito ieri per quattro ore dai pm, per altre domande e per richieste di precisazioni. Gianpi, entrato negli ultimi mesi nel sistema di Berlusconi, istruito da Ghedini e Lavitola su come proteggersi e preservare le sue attività. L’intoppo è stato solo il fatto che Lavitola e Tarantini abbiano poi deciso, almeno questo si suppone, di ricattare il premier ed estorcergli grandi somme di denaro. A chiedere precisazioni sulla sua difesa legale è proprio il pm, che parla a Tarantini: «Le leggo un passaggio della deposizione del suo avvocato, Giorgio Perroni: “Nel settembre 2010 mi chiamò il presidente onorevole Berlusconi e mi chiese di assumere la difesa di Tarantini. Subito dopo chiamai l’avvocato Ghedini al quale comunicai tale circostanza. Ghedini si limitò a dirmi che Tarantini non si era trovato bene con il suo precedente difensore”. Quindi è stato Berlusconi che le ha nominato l’avvocato?». Risponde Gianpi: «Sapevo che l’avvocato Perroni era un avvocato della difesa di Berlusconi».
Tarantini racconta anche di una “missione” ad Arcore per ottenere un finanziamento da Berlusconi: «È una domenica di marzo, l’incontro con il presidente avviene ad Arcore. Noi atterriamo a Orio al Serio la mattina alle nove, stacchiamo la batteria del telefono a Bergamo, perché lui (Lavitola, ndr) dice di staccare la batteria». L’imprenditore vuole creare una fabbrica di protesi ortopediche all’estero, ma gli serve il capitale per iniziare: «Berlusconi mi ha conosciuto come una persona brillante, una persona che non ha mai chiesto niente, anzi, io per Berlusconi ho speso l’impossibile, senza nulla chiedere in cambio perché non avevo bisogno di niente». Pare che Berlusconi gli abbia risposto: “Gianpaolo non c’è problema, per te lo faccio con tutto il piacere, l’importante che ti riprendi. Stavolta non fare cavolate, coinvolgi tua moglie e tienila”. A questo punto Tarantini confessa di avergli chiesto aiuto riguardo la sua situazione legale: «Mi rivolgo al presidente: “Non riusciamo a sistemare anche qualcosa sui problemi che ho tra la Procura, fallimento, indagini?”. E lui: “Gianpaolo, un mese fa sono stato rinviato io a giudizio, presidente del Consiglio, a giudizio per prostituzione minorile, sto per avere mille processi tra Mills, Fininvest, Mondadori e vieni a chiedere a me…!!!!”. E poi: “Purtroppo la mia più grande opposizione non è tanto la sinistra, che non vale niente, quanto la magistratura”…».
Intanto Gianpi ha paura per le carte che saranno depositate a Bari: «Io mi separerò perché si evincono rapporti sessuali miei con parecchie ragazze. Amiche intime di mia moglie, anche intimissime. Alcune di queste portate a casa del presidente del Consiglio, mogli di notai, imprenditori, di avvocati, gente nota, che avevano relazioni con me. Timore anche per Berlusconi… vederlo di nuovo sui giornali con ragazze che…, punto e accapo: Ruby 2, certo che non è cosa piacevole per lui. La causa sono stato io…»