USA, Hillary Clinton popolare anche a destra mette in crisi leadership Obama

Qualche giorno fa era stato l’ex vice-presidente dell’amministrazione di George W.Bush, Dick Cheney, a dichiarare senza remore che l’America oggi starebbe meglio se alla Casa Bianca ci fosse Hillary Clinton. L’ex vice di Bush ne lodava le doti di politica competente, contrariamente a quanto dimostrato dal presidente Obama. Cosa c’è di strano in questa dichiarazione? A parte che Cheney è un Repubblicano, quindi sta dall’altra parte della barricata, c’è poi il fatto che egli sia una delle figure più rappresentative degli anni passati dei cosiddetti “neocon”, ossia l’ala più di destra dei Repubblicani.

Fino a qualche tempo fa una dichiarazione del genere sarebbe stata impensabile e, invece, oggi le cose sono molto mutate, ma non solo tra l’estabilishment di Washington. Sono trascorsi soltanto tre anni e mezzo da quando Hillary Clinton fu costretta a gettare la spugna, nonostante partisse in netto vantaggio sugli avversari, a causa della vittoria straordinaria di Barack Obama, fino ad allora un senatore sconosciuto dell’Illinois. La Clinton divenne una reietta per i Democrats, che volevano il nuovo. Gli anni della sua esperienza accanto al marito alla Casa Bianca, tra il 1993 e il 2001, furono vissuti come un handicap dagli elettori di sinistra, che videro in lei la vecchia politica di Washington, in contrasto con l’astro nascente dell’America.

Eppure le doti della ex First Lady, quale che ne sia il il giudizio politico, sono indubbie, così come le qualità che sta dimostrando di possedere in veste di Segretario di Stato. E oggi una conferma a posteriori della sua popolarità la danno i sondaggi, che sono un vero schiaffo ad Obama. Secondo un sondaggio Bloomberg, il 64% degli americani gradisce l’operato della Clinton, contro il 43% di Obama. Un intervistato su tre, poi, ritiene che l’America oggi starebbe meglio sotto la Clinton, percentuale che sale al 39% tra i Repubblicani e clamorosamente al 44% tra gli elettori dei Tea Party.

Pensare che soltanto qualche mese fa, Hillary Clinton aveva annunciato il suo addio alla politica, alla fine del mandato, giudicando del tutto improbabile una sua discesa in campo per le presidenziali. Ma i sondaggi continuano a terrorizzare i Democratici, con un Obama in caduta libera. C’è aria di crisi di leadership, il timore che si sia alla vigilia di un nuovo 1980, quando Jimmy Carter andò a sbattere contro il rivale Ronald Reagan.

Soprattutto in una fase di scontro campale, diremmo, all’italiana, come quella che gli USA stanno vivendo, in cui Democratici e Repubblicani non sembrano convergere davvero sul nulla, che ci sia un politico in grado di raccogliere simpatie tra gli elettori avversari è qualcosa che non può essere sottovalutato. E la Clinton lo sa. 

 

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