I Puffi – Recensione

Tornati prepotentemente in auge, gli anni ’80 sono stati capaci di regalarci momenti unici, ricordi d’infanzia difficili da dimenticare. Ora, per la gioia dei bambini di ieri e di oggi, quella magia provata tanto tempo fa si è ripresentata, e abbiamo tutta l’intenzione di riviverla. Ecco a voi in chiave cinematografica, una nuova elettrizzante avventura, di uno dei più bei cartoni animati che le reti Mediaset, in quel periodo “Fininvest”, abbiano mandato in onda.

Tratto da un fumetto del 1958 del belga Pierre Culliford, in arte Peyo, diretto dal regista Raja Gosnell, artefice del film d’animazione “Scooby Doo” e di “Beverly Hills Chihuahua“, “Mamma ho preso il morbillo” e “Mai stata baciata“, affidato agli sceneggiatori J. David Stem e David N. Weiss, prodotto da Sony Pictures Animation e Columbia Pictures e distribuito dalla Warner Bros, “I Puffi“, titolo originale “The Smurfs“, è un film che oltre all’utilizzo del 3D, coniuga con ottime capacità tecniche e artistiche, la moderna animazione digitale con il cinema classico dei più piccoli.

La storia di questi simpatici omini blu, che sono continuamente costretti a scappare da un perfido mago e dal suo gatto, è ormai nota. La singolarità però, sta nel fatto che uno di loro, “Puffo Tontolone“, pasticcione per natura, commetterà un grosso errore catapultandosi in un vortice spazio temporale, giungendo nella caotica e mastodontica New York dei giorni nostri. Qui, in compagnia di altri suoi simili come “Grande Puffo“, “Puffetta“, “Puffo Brontolone“, “Puffo Coraggioso” e “Puffo Quattrocchi“, e con alle calcagna il nemico “Gargamella“, dovrà trovare un modo per tornare nel suo mondo.

Per quanto riguarda il cast “in carne ed ossa” o in “live action“, abbiamo gli attori Neil Patrick Harris e Jayma Mays, che interpretano rispettivamente Patrick Winslow e sua moglie Grace, pubblicitario ansioso lui, rilassata e incinta lei, Sofia Vergara nei panni di Odile, bellissima ragazza di cui i puffi s’innamorano, e Hank Azaria perfettamente calato nel ruolo di Gargamella, per movenze, espressioni e trucco compreso. Una menzione speciale va all’odioso felino Birba, che grazie a favolosi effetti speciali computerizzati, sorride e si comporta come un umano.

Le scene del film che sicuramente restano più impresse, sono quelle del FAO Schwartz, il negozio di giocattoli più grande del mondo, in cui i puffi vengono scambiati per dei pupazzi viventi, di Patrick che imitato dai suoi amici blu, sulle note della canzone “Walk This Way” degli Aerosmith, s’improvvisa abile chitarrista nel videogame musicale “Guitar Hero“, di “Puffo Quattrocchi” che pianifica il ritorno a casa attraverso un cellulare di ultima generazione, e di “Puffetta” che sopra un tombino fa le veci di Marilyn Monroe, tenendosi la gonna svolazzante.

Se volete vedere un film divertente, e ricco di valori fondamentali come l’amicizia, l’unione familiare, l’amore senza riserve ed il senso del dovere, “I Puffi” è ciò che fa per voi.

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