Governo battuto 5 volte di seguito alla Camera. Pisanu: “Smettiamola”

Prove tecniche di caduta del governo? Non si sa, certo è che la giornata di oggi sarà ricordata come una delle peggiori di sempre. La maggioranza va sotto cinque volte alla Camera durante la discussione della proposta di legge sullo sviluppo degli spazi verdi urbani. Il primo stop arriva quando viene approvato un emendamento dei radicali del Pd e da quel momento in poi è caos, in successione viene respinta la richiesta del relatore (il leghista Angelo Alessandri) di rinviare il tutto in commissione e poi ancora passano altri due emendamenti dell’opposizione. La momentanea “salvezza” arriva dalla sospensione della seduta, per sottoporre il testo dopo le modifiche alla valutazione del comitato dei nove, ma alla ripresa la maggioranza va sotto di nuovo, per la quinta volta, sempre su un emendamento presentato dal Pd. Nuova sospensione ed appello all’Aula del sottosegretario all’Ambiente Elio Belcastro che sostiene gli emendamenti fatti passare non avrebbero la copertura economica.

Perde la pazienza il senatore Pdl, Beppe Pisanu, che torna alla carica invocando un cambio di rotta del governo: “Abbiamo una maggioranza numerica che non e’ in grado di affrontare i problemi che incombono e un Parlamento che non e’ in grado di cambiare il governo. L’Italia non e’ mai stata cosi’ a rischio“.

Per i democratici, Dario Franceschini sottolinea che la maggioranza si materializza solo quando c’è da votare la fiducia, mentre il responsabile d’aula, Erminio Quartiani, afferma che ”Il dato politico e’ chiaro, la maggioranza non tiene, con oggi siamo arrivati alla 87esima volta in cui il governo viene battuto alla Camera”. Anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini è rassegnato all’evidenza: “Solo chi non vuole vedere non vede la situazione”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini fa notare che le votazioni di oggi avvenivano senza l’ormai indispensabile (ai fini numerici) “precetto” e che un governo che va giù 5 volte di seguito “qualche campanello d’allarme dovrebbe farlo squillare”. Arrivati a questo punto tornano alla mente le profetiche parole di Pier Luigi Bersani pronunciate giusto qualche ora prima che tutto ciò accadesse. Il segretario del Pd sottolineava i danni gravissimi che questo trascinarsi di un governo ormai morente e svuotato di ogni credibilità sta causando all’immagine internazionale dell’Italia.

“Quanto ci è costato questo modo di stare attaccati alla sedia? Lo chiedo ad Alfano e lo chiedo a Bossi, che lancia la palla della secessione per non dire che batte la palla a terra per tenere su il miliardario. Siamo finiti in una situazione in cui tutto il mondo chiede le dimissioni di Berlusconi e lui non le dà“, attaccava un contrariato Bersani solo ieri. Di qui l’ennesima richiesta di chiudere questa traumatica esperienza e possibilmente convergere tutti su di un cambiamento del sistema elettorale, prima di tornare finalmente alle urne.

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