Il Debito – Recensione

Spesso cerchiamo di dimenticare ciò che è stato, forse perché causa di sofferenza, ma se il passato ha deciso di correrci dietro per impedirci di andare avanti, cosa possiamo fare per ristabilire l’ordine, e tornare a vivere tranquillamente la nostra esistenza? L’unica risposta plausibile è affrontare i nostri ricordi, qualunque essi siano, superando le nostre paure e riparando agli eventuali errori commessi. “Il Debito” che dà il titolo a questo film, è appunto uno degli sbagli che i protagonisti di questa storia hanno fatto, ed è necessario porvi rimedio al più presto.

Per la regia di John Madden, autore di “Shakespeare in Love“, “Il mandolino del capitano Corelli“, “Proof – La Prova” e “Killshot“, la sceneggiatura di Matthew Vaughn, conosciuto per il suo “X – Men: L’inizio“, ottimamente amalgamata tra suspense, azione, storia d’amore e seconda guerra mondiale, la fotografia ben curata di Ben Davis e l’avvincente colonna sonora di Thomas Newman, “Il Debito” è il remake della pellicola israeliana “Ha-Hov” diretta nel 2007 da Assaf Bernstein.

La vicenda inizia nel 1966, in Germania. L’opera di Madden ci presenta tre agenti del Mossad, Rachel, David e Stephan, rispettivamente interpretati da Jessica Chastain, Sam Worthington e Marton Csokas, che hanno il compito di catturare il feroce criminale nazista Vogel, noto come “Il chirurgo di Birkenau“, efficacemente incarnato dall’attore Jesper Christensen, colpevole di crimini efferati contro l’umanità. L’uomo deve essere processato in Israele, ma non ci arriverà mai perché giustiziato da Rachel. Nel 1997 però, la verità torna a galla con la tremenda smentita, e i nostri tre eroi ormai anziani, impersonati da Helen Mirren, Tom Wilkinson e Ciaràn Hinds, dovranno risolvere la questione una volta per tutte.

Il Debito” è un action/spy thriller dal ritmo molto serrato, che rispetto alla versione originale, posticipa la rivelazione di tutta la storia soltanto alla fine della pellicola. Girato tra Tel Aviv, Budapest e il Regno Unito, il film ha la peculiarità di immortalare i momenti più significativi della narrazione, all’interno di un appartamento abbandonato della Berlino Est comunista, e di reggersi su un lungo flashback che parte dal presente, da un segreto, per poi spingersi fino a un patto stipulato fra i tre agenti trent’anni prima. “Il Debito” sfrutta con abilità intensi primi piani, che prediligono le espressioni e i sentimenti degli attori piuttosto che i dialoghi.

Ciò che sconvolge maggiormente di questo film, è la forza psicologica con cui un solo uomo, senza alcun pentimento per quello che ha fatto, è in grado di insinuarsi nell’animo dei tre agenti, scoprire le loro debolezze e risvegliare il dolore di atrocità mai sopite. L’unica pecca è data da un finale che si esaurisce troppo velocemente. “Il Debito” è distribuito dalla Universal Pictures.

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