Inflazione italiana galoppante con aumento Iva

L’aumento dell’aliquota Iva ordinaria, dal 20% al 21%, difficilmente non andrà a scaricarsi sui prezzi finali praticati ai consumatori per l’acquisto di beni e servizi, con la conseguenza che l’inflazione, attualmente al 2,8%, appare destinata entro l’anno a balzare oltre il 3%. A prevederlo sono in molti, compresa l’Associazione Adiconsum che, tra l’altro, sostiene come l’impennata dell’inflazione sarà guidata dall’ennesimo rialzo dei prezzi dei carburanti, con la benzina oramai ad un passo, alla pompa, dai 1,70 euro al litro; trattasi di un prezzo astronomico che penalizza direttamente gli automobilisti, e indirettamente le imprese e le famiglie per effetto del rincaro dei costi di trasporto e dei trasferimenti di questi maggiori costi sulla spesa di tutti i giorni.

E se l’inflazione rischia di essere galoppante, lo stesso non dicasi per la crescita; la crescita del Pil italiano, a meno di una svolta dal fronte dello sviluppo e del rilancio del mercato del lavoro, è attesa sotto l’1% per il biennio 2011-2012, ragion per cui per milioni di famiglie italiane i tempi duri sono tutt’altro che finiti. Secondo l’Adiconsum le famiglie che pagheranno a caro prezzo questo scenario, ulteriormente reso negativo dalle due manovre finanziarie, quella di luglio e quella di ferragosto, saranno quelle numerose.

Per spezzare questo circolo vizioso secondo l’Associazione dei Consumatori servirebbero misure di rilancio strutturali a partire dal taglio delle accise sui carburanti, e passando per la vendita del patrimonio immobiliare pubblico, per la privatizzazione delle aziende che sono controllate dagli enti locali, e per l’introduzione della patrimoniale sui beni mobili ed immobili con la sola esclusione della prima casa ad uso residenziale.

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