S&P declassa debito italiano, rischio panico nell’Eurozona

Una decisione a sorpresa, quella che giunge a notte fonda in Italia, con l’agenzia di rating Standard & Poor’s, che ha deciso di declassare il debito pubblico italiano, portando il suo giudizio da A+ ad A per il debito di breve periodo e da A-1+ ad A-1 per il debito di lungo periodo. Mutato anche l’oulook, ossia le prospettive, che passa a negativo. Nella nota dell’agenzia americana, si legge che tale “downgrade” è dovuto alla ridotta capacità dell’Italia di fare fronte ai propri impegni per la restituzione dell’ingente debito, a causa sia della bassa crescita, che mina la capacità di risanamento previsto dal governo, sia per la fragile coalizione politica al governo, che secondo S&P non sarebbe in grado di assumere decisioni unanimi.

Una bocciatura che giunge inattesa, quella di S&P, che soltanto un mese e mezzo fa aveva declassato niente meno che gli USA. Basti pensare che alla fine della settimana scorsa si dava, al contrario, per scontata una bocciatura di Moody’s, la quale ha rinviato il suo giudizio entro ottobre. Tuttavia, mentre nel caso di Moody’s la decisione sarebbe stata ininfluente, dato che l’agenzia di fatto esprime ancora un rating sull’Italia più alto di quella che è la valutazione sui mercati, la batosta di S&P rischia di esacerbare il clima già fragilissimo in Europa, con possibili ripercussioni negative su tutta l’Eurozona, alle prese con una soluzione per il caso della Grecia.

Le stesse riflessioni di S&P, più legate alla congiuntura politica che economica vera e propria, lasciano un pò perplessi, in quanto sembrano intervenire maggiormente su aspetti di politica interna, piuttosto che su analisi per la capacità effettiva di restituzione del debito.

 

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