Marcegaglia attacca ancora il governo e presenta il piano di Confindustria

La presidente degli industriali italiani torna all’assalto del governo Berlusconi, rimproverandogli letteralmente di “vivacchiare” e presentando un documento in 5 punti programmatici per lo sviluppo del paese. Partendo dall’audace premessa che nell’ultima manovra economica “non ci sono riduzioni di spesa pubblica”, Emma Marcegaglia ha arringato gli imprenditori della Toscana in convegno a Firenze. I punti sono abbastanza chiari, per primo l’obiettivo di abbattere le spese dello stato ma “senza tagli lineari, analizzando costo per costo”, e la “ricetta” principale per far ciò inizia con la vendita del patrimonio pubblico, allo scopo dichiarato di “abbassare il debito e levare l’ingerenza del pubblico nell’economia”.

Urgente (concetto ribadito più volte) un piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni “serio” ed è stato esplicito e tagliente il richiamo ad alcuni capitoli della finanziaria che (come si ricorderà) promettevano liberalizzazioni ma “se andiamo a vedere cosa c’è, non c’è niente”, rimprovera aspramente la leader di Confindustria.

La prima grande liberalizzazione da fare viene indicata in quella dei servizi pubblici locali, insieme al fenomeno definito “inaccettabile” delle “tariffe minime”. Secondo la Marcegaglia “non è giusto” che ci sia un paese diviso tra libero mercato e “fasce protette” di chi ha ancora le tariffe minime e men che meno ha senso tornare a tariffe minime per avvocati e professionisti, insomma un suo vecchio terreno di scontro con gli ordini professionali.

Nel rapporto tra fisco e impresa, sacrosanta richiesta di abbassare la pressione fiscale ma segue a ruota, come al solito, l’appello a riformare (ancora) la previdenza, commentando che “non è possibile mandare in pensione ancora a 58 anni…mentre domani i giovani ci andranno a 70 anni se non di più, con assegni pari alla metà di adesso”, anche se sul punto si potrebbe commentare che tra innalzamenti vari e contratti capestro che condannano al precariato a vita, “domani” bisognerà essere fortunati per il solo arrivarci, alla pensione. Ultimo punto, le infrastrutture; a tal proposito la presidente degli industriali chiede di sburocratizzare ed eliminare i vincoli che bloccano gli investimenti “magari già finanziati da pubblico e privato” ha concluso.

Insomma una piattaforma programmatica concreta ed interessante, sebbene caratterizzata da luci ed ombre. Sorprende comunque che il governo Berlusconi stia riuscendo nell’arduo compito di mettere un pò tutti d’accordo quanto si tratta di rilevare la sua incapacità di condurre il paese. Soddisfazione è infatti stata espressa dai sindacati, rispetto all’iniziativa di Confindustria, ovviamente con diverse sfumature.

“Con Confindustria c’è un fronte comune sul fronte della crescita ma poi tante ricette diverse su come raggiungerla”, ha infatti commentato al riguardo Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, durante il Festival di diritto a Piacenza.

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