Ranieri: “Questi giocatori non sono finiti”

Un po di emozione c’è sempre. Anche quando, dopo tanti anni di carriera trascorsi ad allenare squadre di grande blasone (Napoli, Juventus, Roma, Valencia, Chelsea sono solo alcune tra queste), ci si ritrova improvvisamente proiettati in una nuova avventura sulla panchina dell’Inter.

Lo sa bene Claudio Ranieri, che si presenta così nella conferenza stampa, prima della partita che vedrà la sua squadra in casa del Bologna. «Se sono stato chiamato è perché  prima qualcosa non ha funzionato, c’è stata anche sfortuna. Il cambio di allenatore dispiace sempre» dice il tecnico, che però ha già le idee chiare su come partire. La squadra deve innanzitutto riprendere fiducia e autostima e Ranieri spiega «Un anno e mezzo fa questi ragazzi sono diventati campioni di tutto ed io non credo che siano finiti o usurati. Ho chiesto loro di lottare e di essere compatti, come quando li affrontavo da rivali».

Ed a proposito di rivalità, non poteva mancare qualche domanda sul rapporto con Mourinho, sempre costellato di frecciate e polemiche da una parte e dall’altra. L’allenatore però è consapevole che «Nella storia dell’Inter restano indelebili Herrera e Mourinho. Con Josè ero nemico, ma soprattutto per la stampa, mentre quando ci vedevamo c’è sempre stata cordialità.»

Si passa poi agli aspetti tecnici, ma soprattutto al primo ostacolo presentatosi di fronte a Ranieri, ovvero l’infortunio di Sneijder, che sarà costretto a saltare la gara col Bologna: «Wesley aveva già un dolorino, gli dicevo di far piano, ma lui è generoso anche in allenamento e ha sentito un dolore calciando». La speranza è di riaverlo per la partita in Champions contro il Cska Mosca.

Nelle ultime battute della conferenza stampa, Ranieri ammette che la sua mente era proiettata verso l’estero e quindi non si aspettava che l’Inter lo chiamasse. Parla anche del suo incontro con Moratti, che gli ha mostrato l’ufficio con tutti i trofei, parlando di Inter e di passato.

Gestione cookie