Arrivano le nuove nomine in Rai all’insegna della logica politica

Approvate a maggioranza in Rai le nomine messe sul tavolo dal direttore generale Lorenza Lei, saltate peraltro la scorsa settimana a causa dei dissidi interni sulle condirezioni. Il Cda si è ancora una volta, banalmente, spaccato tra i voti dei consiglieri affini alla maggioranza di governo e quelli dell’opposizione. Antonio Di Bella e Marcello Masi prendono la direzione di Raitre e Tg2 e nella stessa, lunga seduta sono state varate anche le tanto contestate condirezioni: Gianfranco D’Anna per il Gr3, Giorgio Giovannetti per Gr Parlamento e Simonetta Faverio per Rai Parlamento.

Il voto si è disvelato in un “balletto” di maggioranze variabili a seconda dei nomi presentati. Di Bella e Masi sono stati nominati con i 4 dell’opposizione (piu’ quello del presidente Paolo Garimberti) e con l’astensione degli altri consiglieri, mentre Angelo Maria Petroni è proprio uscito dalla stanza. Il voto sui direttori di Gr Parlamento e Rai Parlamento (Giovanni Miele e Gianni Scipione Rossi) e sui condirettori di Gr3, Rai Parlamento e Gr Parlamento è riuscito invece a passare, all’opposto, proprio con i cinque voti favorevoli dei consiglieri di maggioranza, compreso Petroni.

Amaro il commento del Presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, che ritiene disdicevole che le nuove nomine ritraggano le diverse appartenenze politiche e che questo modo di andare avanti contraddica “ogni proposito di autonoma gestione del Servizio pubblico”. Anche il presidente Garimberti è contrariato e non si spiega, se non con quelli che chiama “fattori esogeni”, alcune fasi dell’accaduto: “Ieri sera un consigliere di amministrazione della Rai auspicava un’ampia condivisione per le nomine in votazione, oggi invece l’ampia condivisione si e’ trasformata in ampia spaccatura”. Garimberti continua spiegando che su uno dei candidati, Antonio Di Bella, c’erano stati in precedenza numerosi apprezzamenti, quasi dall’unanimita’ del Consiglio, ribadite addirittura poco prima delle nomine. Ecco che risulta “difficile spiegare che cosa puo’ essere cambiato” se non, appunto, riferirsi a pressioni esterne che come al solito abbiano pesato sui voti espressi alla fine dal Consiglio.

Il presidente di Viale Mazzini conclude rimarcando il suo distacco dalla “astrusa ingegneria gestionale e relazionale” che sta portando la Rai a procedere sempre più spaccata ed al fenomeno della “moltiplicazione di poltrone” conclude Garimberti.

Certo è molto triste notare che dopo anni passati a sentir sparare a zero sulla logica della “lottizzazione” da parte della “partitocrazia”, oggi, nell’era berlusconiana, non si muove foglia senza che, apparentemente, qualcuno dall’alto istruisca  su come agire ogni singolo quadro dirigenziale di un servizio che, teoricamente, dovrebbe essere al servizio di tutti i cittadini.

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