Prestiti banche: corsia preferenziale per le grandi imprese

La lunga ed interminabile crisi finanziaria ed economica ha cambiato il mondo, ed ha portato anche a sostanziali cambiamenti nell’approccio delle imprese al mondo del credito, ovverosia alle banche ed alle società finanziarie. Per tutta una serie di ragioni ottenere un prestito di questi tempi non è facile visto che in media le banche non aprono i rubinetti se il merito creditizio, o il rating se volete, non è sufficientemente alto; spesso basta un niente per vedersi respinta l’istruttoria. Ma nel complesso le banche stanno continuando a fare il loro mestiere? Stanno sostenendo lo sviluppo del nostro Paese concedendo credito alle famiglie ed alle aziende, ed in particolare alle piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro tessuto produttivo? Ebbene, stando agli ultimissimi dati forniti dalla Cgia di Mestre qualche dubbio in merito è giusto nutrirlo.

L’Associazione degli artigiani ha infatti rilevato come quasi l’80% dei prestiti bancari, in controvalore, vada al 10% delle imprese italiane, ed in particolare a quelle di dimensioni medie e grandi. Al restante 90% di imprese tricolori, spesso piccole, con pochi dipendenti, salvo qualche rara eccezione, quindi, non restano che le briciole.

Per questo secondo la Cgia di Mestre le difficoltà nell’accesso al credito non sono solamente legate al cosiddetto “credit crunch“, ovverosia alla chiusura dei rubinetti, ma al fatto che a conti fatti le banche preferiscono dare fiducia alle grandi imprese piuttosto che alle piccole realtà produttive molte delle quali, attualmente in difficoltà temporanea a causa della crisi, necessiterebbero di denaro fresco per tirarsi fuori dal tunnel.

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