Il giorno di Vendola, del suo partito e di chi desidera una Sinistra nuova

Giusto dare spazio anche alla manifestazione di ieri, Sabato 1 Ottobre 2011, di Sinistra Ecologia e Libertà e di Vendola, a cui molti giornali invece hanno dato poca considerazione. 10 mila persone (forse anche qualcuna in più) a Roma a testimoniare un popolo stufo ormai da una vita dei governi di centro-destra, ma diffidente, seppur alleato, anche nei confronti del più grande partito d’opposizione (il Pd),  che in tanti anni ha dato spesso mostra di un’indiretta quanto originale forma di consociativismo, puntando tutto solo sull’antiberlusconismo.

Tante bandiere di Sel, Prc, ma anche del partito di Di Pietro, ed una soltanto del Pd. Ospiti però che appartenevano sicuramente ad un contesto più ampio: Achille Occhetto, Fabio Mussi, Franco Giordano, Riccardo Scamarcio con Valeria Golino, Massimo Wertmuller, Fabrizio Gifuni, Sergio Rubini, Vladimir Luxuria, Leo Gullotta (che si è chiesto dove fosse Bersani in quel momento), Dario Vergassola, Fiorella Mannoia, il presidente dell’Associazione italiana degli allenatori di calcio, Renzo Ulivieri.

E poi il messaggio registrato di Dario Fo ed i saluti inviati da Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. E ancora il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, Arturo Parisi (promotore del referendum in leggera polemica con Pier Luigi Bersani), Beppe Giulietti di Articolo21, che ha ricordato l’importanza della mobilitazione popolare contro la legge-bavaglio. Non poteva mancare ovviamente Antonio Di Pietro (che però ricorda che sarà presente anche alla manifestazione Pd del prossimo 5 Novembre), fresco del trionfo referendario, che ha dichiarato: “Cara Banca Centrale Europea, giusto regolare i conti, ma decidiamo noi chi deve pagare la crisi”.

La manifestazione è stata chiusa dall’intervento di Nichi Vendola, che stavolta è andato giù pesante (alla faccia del moderatismo di una certa sinistra che appunto ha ormai stancato gli italiani) con le lobby economiche, i partiti delle escort e dei raccomandati, i favoritismi fatti dal governo alle Imprese a danno della giustizia sociale e dei diritti dei lavoratori. La Patrimoniale non va interpretata come un demone da tenere lontano, ma come un alleato che aiuti lo Stato Italiano a riprendersi, in virtù di una maggiore uguaglianza economica dei suoi cittadini.

 

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