L'alimentazione dell'astronauta in una missione nello spazio

Mangiare è uno dei bisogni primari appartenente ad ogni essere umano e la fame è un’esigenza dalla quale nessuno può sfuggire. L’alimentazione di ogni persona spesso si differenzia da un’altra per gusti ed abitudini personali ma a volte anche per necessità, come ad esempio quelle relative alla salute oppure al lavoro. Ed è proprio un determinato tipo di lavoro a comportare degli obblighi a cui non ci si può sottrarre: sto parlando dell’astronauta.

Come si alimentano gli astronauti e cosa comporta nella dieta di ognuno di essi l’assenza di gravità?

Innanzitutto è necessario che l’astronauta non aumenti di peso in quanto poi non sarebbe possibile cambiare le misure della tuta spaziale.

Il cibo che si può portare nello spazio tuttavia deve contenere un apporto energetico, proteico e vitaminico sempre in base alle esigenze dell’astronauta. Ognuno di essi quindi sarà sottoposto ad un regolare controllo da parte di un nutrizionista che determinerà in pratica cosa e in quali quantità l’astronauta dovrà mangiare una volta arrivato nello spazio. L’assenza di gravità comporta anche un minore bisogno di calorie in quanto esse vengono bruciate in quantità più basse.

Ma quali pietanze si possono portare nello spazio? L’acqua, rigorosamente naturale, che sarà disposta in bottiglie con un tappo su cui far scivolare una cannuccia. Bere da un bicchiere è infatti una pratica impossibile in quanto l’acqua, malgrado l’inclinazione, non scivolerebbe dove si vuole. Esistono tuttavia dei riciclatori di acqua ma essi vengono utilizzati soprattutto per l’igiene personale.

Per quanto riguarda le altre bevande, ci sono caffè, succhi di frutta e tanto altro ma disidratati e pronti all’uso con una semplice siringa di acqua.

Tutti gli alimenti da portare nello spazio è necessario che siano disidratati e liofilizzati; questi, prima di essere consumati, vengono inseriti in una macchina – chiamata “stazione di reidratazione” – creata apposta per reintrodurre l’acqua nei cibi, scaldarli e fornire acqua potabile all’equipaggio. I cibi da reidratare sono conservati in un contenitore particolare che deve essere aperto con molta cautela per evitare che i pezzetti di cibo si spargano galleggiando all’interno della navicella.

Tutto ciò che serve per la preparazione dei pasti si trova in un contenitore più grande, simile ad un mobile e chiamato “galley”, all’interno del quale ci sono la “stazione di reidratazione”, un forno per il riscaldamento dei cibi ed i carrelli per le vivande.

E’ curioso inoltre sapere che si prediligono cibi molto saporiti in quanto l’assenza di gravità porta gli astronauti ad uno stato di quasi azzeramento del gusto, come se si avesse il raffreddore, con il naso tappato e la testa pesante. In altre parole, un cibo altamente piccante nello spazio diventerebbe quasi insapore.

Malgrado questi inconvenienti, anche nello spazio è possibile mangiare tutto – carne, pesce, biscotti, dolci, caffè, frutta ed altro – anche se in forme abbastanza diverse.

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