USA, governatore Christie non partecipa a primarie GOP

Niente da fare. Con un annuncio, ieri sera il governatore del New Jersey, Chris Christie, ha confermato di non volere partecipare alle elezioni primarie del Partito Repubblicano, in vista delle presidenziali del novembre 2012. “Non è il mio momento”, ha affermato il governatore, che spegne così gli entusiasmi di quanti, all’interno del GOP, lo avrebbero visto con soddisfazione sfidare Obama, anche in conseguenza di sondaggi che lo accreditavano alla pari con il presidente USA, in caso di scontro tra i due. Christie, 49 anni, è governatore del New Jersey dal 2010. Il padre è irlandese, mentre la madre è siciliana. Si è fatto un certo nome, grazie alla sua politica di risanamento dei conti, mirando al pareggio di bilancio, oltre che per la sua battaglia frontale contro i sindacati. Elementi che lo avrebbero favorito tra l’elettorato conservatore. Considerato uomo dai modi bruschi, ha il pregio di parlare chiaro e in modo spicciolo e comprensivo da tutti. Negli ultimi giorni, la sua candidatura era stata auspicata da uomini di peso del Partito Repubblicano, come l’ex presidente George W.Bush e il magnate australiano Rupert Murdoch, oltre alla ex First Lady, Nancy Reagan.

I sondaggi, infatti, non tranquillizzano i Repubblicani, malgrado il tasso di popolarità ai minimi di Obama. A pesare sono state soprattutto alcune presunte gaffes del governatore texano Rick Perry, nonchè il modesto entusiasmo che uno dei favoriti alla nomination, Mitt Romney, suscita tra la base.

A questo punto, la campagna per le primarie nel Grand Old Party si sta polarizzando nelle figure di Rick Perry e Mitt Romney, che rappresentano due ali diverse della destra. Il primo è gradito soprattutto alla destra libertaria, anti-tasse e anti-Washington. Romney, invece, è maggiormente sostenuto dall’estabilishment del partito e dall’elettorato più centrista, ma viene considerato un pò freddo e poco in grado di mobilitare l’elettorato.

E proprio la ricerca ossessiva di un candidato X in grado di battere Obama potrebbe essere l’unico reale vantaggio di quest’ultimo, alle prese con un crollo di popolarità e di consenso tra la sua stessa base, molto legato alla crisi dell’occupazione e dell’economia che gli USA stanno vivendo e che potrebbe acutizzarsi nei prossimi mesi.

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