In Argentina è polemica per il bordello intitolato a Berlusconi, in Italia Versace invita a sfiduciare il governo

Sembra una barzelletta ma purtroppo è realtà: in Argentina, più precisamente a Rosario, in provincia di Santa Fe, da diversi mesi è operativo il “Palacio Berlusconi”, un ritrovo a luci rosse intitolato all’attuale premier italiano, e dalle notizie che giungono parrebbe non trattarsi di un localino di seconda mano ma, al contrario, di un posto davvero “esclusivo”, di lusso, con escort di prima categoria, di “alto bordo”. Se la notizia in Italia suonerà nuova ai più, non è così da quelle parti, dove, ipotizzando uno sfruttamento illegale della prostituzione all’interno del locale, è già partita una richiesta di chiarimenti da parte di alcuni politici del luogo.

Ma una reazione più “rumorosa” è arrivata infine dalla comunità italo-argentina, che pare proprio non essersi rallegrata per il “lieto” evento, anzi, il contrario. Il presidente della “Associazione Insieme Argentina“, Antonio Bruzzese, si è affrettato a scrivere una lettera al sindaco di Rosario ed al Console generale, Rosario Miccichè, esprimendo “profonda indignazione” per aver “permesso l’utilizzo del nome di una delle massime cariche dello stato italiano” come denominazione di un “bordello” e così concludendo:

…Non é la mia intenzione giudicare la moralitá di Berlusconi, tanto meno uscire alla sua difesa, perché il tema trascende la persona e ridicolizza il paese che rappresenta, al di lá della sua gestione di governo. Mi auguro da sua parte la comprensione di un tema cosi delicato e una rapida risoluzione, in difesa dell´italianitá e le relazioni tra i nostri paesi.”

Intanto, mentre Silvio Berlusconi dopo aver lanciato il nuovo tormentone “Forza Gnocca” ed aver confezionato l’ennesimo videomessaggio “fotocopia” (in cui parla di comunisti, intercettazioni e definisce il suo governo “insostituibile”) è infine volato a San Pietroburgo per festeggiare il compleanno dell’amico Vladimir Putin, in Italia è un continuo fiorire di voci dissonanti, anche dall’interno della stessa maggioranza.

Torna a farsi sentire Santo Versace (uscito pochi giorni fa dal Pdl, in forte polemica con il premier) con un accorato appello ai suoi ex-compagni di partito, invitandoli a “non aver paura” e decidersi a staccare la spina ad un governo sempre più claudicante ed impresentabile: “Se come io credo vi sono in Parlamento le energie e le volontà, servono atti di coraggio e non congiure di palazzo: occorre una schietta e seria presa di coscienza, che si traduca in un voto di sfiducia a Berlusconi, unica via riconoscibile dall’opinione pubblica come legittima”.

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