L’amore che resta – Recensione

Lui è ossessionato dalla morte e non ha alcun progetto per il futuro. Lei è disperatamente attaccata alla vita, e ha poco tempo per assaporarla in tutta la sua pienezza. Vi starete chiedendo cos’hanno in comune vero? Eppure, contro ogni possibile previsione, queste due anime solitarie avranno modo d’incontrarsi, conoscersi, innamorarsi e aiutarsi l’un l’altro, nella consapevolezza che l’esistenza bella o brutta che sia, valga la pena di essere vissuta, e nella speranza di una vita oltre la vita.

Tratto dalla pièce teatrale “Of Winter and Water Birds” di Jason Lew e dedicato alla memoria del compianto attore Dennis Hopper, “L’amore che resta” diretto dal regista Gus Van Sant, autore di pellicole cinematografiche come “Belli e dannati“, “Will Hunting – Genio ribelle“, “Psycho – Il Remake“, “Scoprendo Forrester“, “Elephant“, “Last Days” e “Paranoid Park“, è una romantica e struggente storia d’amore destinata a un infelice epilogo, per colpa di un male incurabile di uno dei due personaggi, in questo caso Annabel (Mia Wasikowska), troppo giovane e appassionata per andarsene da quel mondo in cui desidera perdutamente vivere.

Invece, il protagonista maschile è Enoch (Henry Hopper), rimasto in coma per tre mesi, a causa di un incidente stradale in cui morirono i suoi genitori. Ritornato da chissà dove, dal momento che il ragazzo è piuttosto dubbioso circa la possibilità che esista o meno il “Paradiso” o “Aldilà” che dir si voglia, avendo perso il funerale della propria famiglia, decide di rimediare partecipando a cerimonie funebri di perfetti sconosciuti. In una di queste occasioni, il complicato e cupo Enoch diventerà l’affettuoso punto di riferimento per Annabel, accompagnata dolcemente verso la sua fine, mentre lei insegnerà ad Enoch ad apprezzare nuovamente la vita, ricongiungendosi con essa.

L’amore che resta” non è solo un inno alla gioia dei sentimenti più puri, e alla tragicità di certe dure situazioni che il fato ci pone di fronte, e alle quali dobbiamo reagire sempre con grande coraggio, ma è anche un rimando nostalgico agli indimenticabili anni ’70 e all’atmosfera caratteristica della Nouvelle Vague. Tra le scene più toccanti e dal forte impatto emotivo, troviamo quella delle sagome vicine sull’asfalto, e quella dell’obitorio davanti alle celle frigorifere. Una menzione particolare va alla fotografia, capace di accentuare la bellezza della cittadina di Portland, dove il film è girato, alla tenera e malinconica colonna sonora di Danny Elfman, e all’intenso brano musicale “The fairest of the seasons” della cantante tedesca Nico. “L’amore che resta” è distribuito dalla Warner Bros Pictures.

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