Banda larga: tagliati 770 milioni di euro

Se il progresso tecnologico di una nazione si dovesse valutare dall’impegno del suo governo nel promuovere la banda larga (concetto che si può tradurre in Internet più veloce per tutti) sicuramente l’Italia sarebbe tra gli ultimi Paesi al mondo.

Ci sono nazioni che hanno problemi ben più gravi: pensiamo agli stati africani dove c’è la guerra, ai paesi in via di sviluppo dove la popolazione povera ha ben altre esigenze di collegarsi in maniera rapida e veloce a Facebook. Ma l’Italia è uno di quei pochi paesi dove le istituzioni stanno impedendo lo sviluppo di una rete Internet adeguata in tutta la nazione.

Uno dei problemi più importanti in questo campo è il digital divide, cioè la differenza di connessioni da una zona all’altra dell’Italia. Roma e Milano possono contare su una rete internet molto veloce, ma in molti paesini di campagna non è ancora arrivata l’ADSL 7 Mbps.

Con l’assegnazione delle frequenze LTE, lo Stato ha guadagnato circa 4 miliardi di euro, di cui 770 milioni di euro sarebbero serviti a portare la banda larga un po’ dappertutto (portare la fibra ottica in tutta Italia richiederà anni e anni), ma a causa delle indecisioni del ministro dello sviluppo economico che ha presentato un piano, poi bocciato da Telecom e Fastweb, non se n’è più fatto niente.

Tremonti userà questi fondi per altri scopi. E in Italia la rete internet resta perennemente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Di seguito un video che spiega i vantaggi della banda larga in Italia, ma che il governo non vuole capire!

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