Tunisia, Hamadi Jebali verso guida del governo

La Tunisia oggi ufficialmente volta pagina. I risultati definitivi e ufficiali delle prime elezioni politiche libere nel dopo ben Alì saranno diffusi molto probabilmente oggi. Fino ad ora non è stato diramato alcun dato dalla commissione elettorale, ma è dalla sera stessa dell’inizio dello spoglio che il partito islamico e moderato di Ennahda viene indicato come netto vincitore delle urne, con un risultato tra il 35 e il 40% dei voti. Lo hanno riconosciuto tutti gli avversari, perchè pare che seguendo lo scrutinio seggio per seggio, Ennahda sarebbe stato in vantaggio ovunque. E nella sede a Tunisi del partito di Gannouchi è un brulicare di persone, che entrano ed escono, ma a cui non viene ancora permesso di festeggiare. I vertici del partito, infatti, ufficiosamente sostengono di essere avanti dappertutto, ma malgrado la vittoria sia stata loro riconosciuta dagli avversari, non hanno ancora minimamente forzato i tempi e si mostrano soddisfatti, ma non sicuri vincitori. Un segnale che va nella direzione di un maggiore credito verso una forza politica, fino a pochissimo tempo fa guardata con sospetto in Occidente, ma che sembra di inclinazioni sinceramente moderate.

Ma le trattative per formare il nuovo governo sono già iniziate da tre giorni. Non ci sono intese ufficiali, nè tantomeno sono coinvolte le prime file di Ennahda, ma si apprende che vi sarebbe un dialogo con la seconda formazione che si sarebbe affermata alle elezioni, il Congresso per la Repubblica, di sinistra.

I vertici del CpR hanno affermato che Ennahda non è il diavolo e con loro bisogna dialogare, anche perchè tutti sarebbero impegnati in una ricostruzione democratica e portatrice di diritti. E così si apprende che il segretario generale di Ennahda, Hamadi Jebali, sarebbe in pole position per la carica di primo ministro.

Ha trascorso 16 anni della sua vita in prigione, sotto ben Alì, perseguitato per le sue idee politiche. Adesso, potrebbe guidare la Tunisia del dopo ben Alì, mentre il suo partito dialoga con tutti, persino con le forze del vecchio e sepolto regime, anche perchè da qui a un anno bisogna scrivere una nuova Costituzione e per farlo bisogna essere in tanti.

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