La politica costa ad ogni italiano 12 mila euro nell’arco della propria vita

In un’epoca in cui si parla spesso di tagli, sacrifici, riduzione degli sprechi, in cui si continua a chiedere l’impossibile ai cittadini, con tasse dirette ed indirette sempre crescenti, oggi dal risultato di un’analisi di Confcommercio scopriamo che la politica costa in Italia oltre 350 euro all’anno a famiglia.

Viviamo infatti al fianco di una classe politica che mai e poi mai chiede sacrifici a se stessa, che quando fa dei provvedimenti per ridurre la propria spesa, spesso essi vengono cancellati subito dopo (la Manovra di Agosto insegna!). Una classe politica che non tassa le persone ricche, perché sarebbe “immorale”, ma fa pagare a tutti, ricchi e poveri, la stessa Iva, la più alta tra tutti i Paesi dell’Unione Europea (21%). E poi come si può avere tanta faccia tosta da apparire in televisione ogni giorno, con quei guadagni, che se vengono attaccati, si grida allo scandalo?

Ma torniamo all’analisi della Confcommercio. La politica ci costa nel dettaglio: oltre nove miliardi di euro l’anno, corrispondenti a poco più di 350 euro per singola famiglia, circa 150 euro a persona. Quindi ragionando su una vita media che in Italia è di circa 80 anni, noi paghiamo in tutto a testa 12 mila euro per “sovvenzionare” la loro attività. Riducendo soltanto di un terzo il numero dei parlamentari, si avrebbe una diminuzione di 3,3 miliardi euro di spesa pubblica, che potrebbero essere destinati per abbassare le tasse delle persone più povere.

Quando poi un Rotondi dichiarava, di fronte alla possibilità di una diminuzione delle indennità dei parlamentari, che per lui tale decisione avrebbe rappresentato un vero problema, vista la difficoltà del dover mantenere la sua famiglia a Napoli, viene da farsi una risata, seppur molto amara.

La nostra è una “Generazione 1000 euro”, le cui esigenze e problematiche non sono colte neanche minimamente da una percentuale di popolazione (non solo in Italia) che, tra politica e affari, vive in un Mondo completamente diverso dal nostro e che quindi mai potrà rappresentare le nostre aspirazioni ed i nostri interessi. O si cambia radicalmente il bacino d’utenza da cui eleggere i nostri rappresentanti in Parlamento, oppure poco cambierà in meglio per noi cittadini, almeno in un lasso di tempo ragionevole.

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