Napolitano nomina Monti senatore a vita. Verso nomina a premier

Che questa crisi politica fosse stata generata dalla volontà dei poteri forti e della grande stampa di piazzare al governo una guida “amica” non c’erano dubbi e se ancora si poteva averne qualcuno, ieri sera il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sciolto qualsiasi dubbio, quando l’Ansa batteva alle ore 19.17 la notizia che Mario Monti è stato nominato senatore a vita dal Quirinale, avvalendosi dei poteri previsti dalla Costituzione. Credete forse si sia trattato di una pura coincidenza temporale il fatto che in piena crisi dei mercati e il giorno dopo l’annuncio del premier di dimettersi avviene tale nomina? Affatto. Con questa mossa, Napolitano ha voluto lanciare Monti alla guida del prossimo governo, puntando su una personalità che gode del sostegno bipartisan, per la sua storia personale. Laureato alla Bocconi, economista illustre, nel 1994 fu nominato per la prima volta commissario europeo dal premier Berlusconi e nel 1999 fu riconfermato a Bruxelles da parte dell’allora premier Massimo D’Alema. Negli ultimi anni, è anche noto per essere la guida proprio della Bocconi e per il suo ruolo di economista, tanto che nel 2005, quando l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio fu costretto alle dimissioni, il suo nome circolò per giorni molto più di Draghi, anche se poi fu quest’ultimo a spuntarla.

Considerato un conservatore liberale, della scuola monetarista, la sua visione dell’economia è perfettamente compatibile con quella della scuola di Francoforte, cioè della Bundesbank e della BCE. Nulla da eccepire nè sul suo profilo personale indiscutibile, nè tanto meno per la saggezza con cui ha sempre affrontato le situazioni.

Da commissario alla concorrenza, ad esempio, il suo lavoro è stato molto apprezzato in sede europea, perchè il suo credo nel libero mercato è stato assoluto e coerente, tanto che ha avuto il coraggio di dire no a uno che si chiama Bill Gates! Non è in discussione, quindi, la personalità di Monti, che sarebbe anche un ottimo premier, quanto le modalità con cui i poteri che contano in Italia hanno voluto catapultarlo in politica. Si può diventare premier, senza nemmeno essere mai stati eletti ad alcuna carica? Si può guidare un governo, specie in un momento in cui si dovranno effettuare scelte anche molto importanti, senza avere alcuna legittimazione politica?

Non sono domande queste puramente volte a creare polemiche all’italiana, ma pensiamo per un attimo se fosse possibile in un Paese come gli USA, la Germania, la Francia o la Gran Bretagna, che un illustre sconosciuto agli elettori vada al governo. All’estero non è possibile, perchè la democrazia è vissuta come un fatto concreto e non formale. All’estero!

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