Ieri, il Tesoro ha collocato 5 miliardi di BoT a un anno, con scadenza a 366 giorni, proprio mentre sui nostri bond si abbattono le “locuste della speculazione”, per citare il premier Berlusconi. L’esito di questo collocamento è stato salutato con favore dai mercati, non già perchè sia positivo in sè, ma semplicemente perchè ci si attendeva di peggio.
Il rendimento medio lordo è stato del 6,087%, il più alto dal 1997. Bene la domanda, certamente attirata da rendimenti da sogno. Il tasso di copertura, ovvero il rapporto tra domanda e offerta, è stato di 1,989, in rialzo sull’asta di BoT annuali dello scorso mese, quando si era attestato a 1,876.
Tuttavia, il mese scorso, i tassi erano “solo” del 3,57%, quindi, in soli trenta giorni si è registrato un aumento di 250 punti base. La reazione degli operatori è stata, tuttavia, positiva, perchè ci si attendeva un rendimento verso il 7%, in linea con l’andamento del secondario.
E proprio sul secondario vi è stata la reazione più positiva, con lo spread in restringimento sul decennale, fino a portarsi a quota 503, per poi risalire di una quindicina di punti, chiudendo quasi a 520 punti base di differenziale sui rendimenti tedeschi.
Tuttavia, oltre alla relativa soddisfazione per l’esito dell’asta, hanno giocato in positivo anche gli scenari di una soluzione rapida alla crisi politica, con il varo di un nuovo governo.
Anche oggi, infatti, prosegue il trend positivo sia sul monetario che in borsa. Lo spread si attesta sui minimi da giorni a circa 500 punti base sul decennale, mentre Piazza Affari prosegue il recupero già avviato ieri, dopo l’ennesimo tonfo do mercoledì, segnando in apertura un buon +1,44%, maggiore dei rialzi molto contenuti delle altre borse europee.