PFU: la macchina del riciclo si è già messa in moto

L’industria del riciclo dei pneumatici fuori uso si è già messa in moto. Il D.M 11 aprile 2011 N. 82  che  obbliga i produttori di pneumatici  a raccogliere e gestire un quantitativo di pneumatici fuori uso (Pfu) “equivalente” agli pneumatici immessi sul mercato nazionale nell’anno precedente e che “carica” la  vendita dei  pneumatici nuovi  di un  contributo aggiuntivo per la loro gestione  a fine vita, avrebbe cominciato a dare i primi risultati.

La strada però è ancora lunga. L’obiettivo? Raccogliere entro   il 2011  quasi 100.000 tonnellate di PFU, pari al 25% dell’immesso al consumo e 380.000 tonnellate (ovvero il 100%) entro il 2013. A snocciolare dati e obiettivi, durante la quindicesima edizione della Fiera Ecomondo che ha chiuso proprio eri i battenti a Rimini, è Ecopneus, la società senza fine di lucro costituita dai principali produttori e importatori di pneumatici operanti in Italia per gestire la raccolta e il trattamento e recupero di  PFU.

“Nei primi due mesi – ha aggiunto Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus – abbiamo ricevuto 12.000 richieste di prelievo da oltre 15.000 punti di generazione di Pfu, mentre sono 38 le organizzazioni che hanno ricevuto ad oggi l’autorizzazione dal Ministero Ambiente ad applicare il contributo ambientale per il riciclo dei PFU. La raccolta è in linea con il target del 25% del totale che dovrà essere raggiunto entro fine anno.. La nostra rete è costituita da 16 imprese regionali di raccolta che si avvalgono di 60 sub fornitori. 7.000 le missioni di automezzi effettuate ad oggi. Il materiale raccolto viene consegnato a 30 imprese di frantumazione. La parte finale della filiera è composta da cementifici che attuano recupero energetico e da aziende che reimpiegano la gomma da riciclo in applicazioni industriali”.

Insomma, la macchina del riciclo si è messa in moto, ma la ” filiera deve crescere e rafforzarsi” – ha dichiarato Corrado Scapino, Presidente FISE-Unire – “la normativa pone degli obiettivi che partono dall’esigenza ambientale e che poi si scontrano con il mercato. Oggi ci sono alcune Regioni e Province che sono più all’avanguardia nella spinta al green procurement e nelle sperimentazioni rispetto agli utilizzi della gomma da riciclo di PFU; a livello nazionale però siamo molto in ritardo e non c’è più nessuna giustificazione. Ormai dobbiamo pensare al riutilizzo del materiale riciclato come la questione centrale relativa al recupero dei rifiuti”.

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