Di lotta e di governo, Silvio avvisa Monti: duri finché lo dico io

Ieri, il Prof.Mario Monti ha ottenuta una larghissima fiducia al Senato, dove l’unica opposizione è stata quella della Lega Nord. Per il resto, anche il PDL gli ha detto sì, ma il suo via libera è tutt’altro che convinto, è frutto della necessità di rispondere all’appello del Quirinale all’unità in una fase così drammatica per i mercati in Italia. I mal di pancia interni ci sono e sono tantissimi. Ieri, fonti vicine al Popolo della Libertà davano per imminente la creazione di un gruppo autonomo alla Camera, formato da una ventina di deputati del partito, che non avrebbero votato la fiducia a Monti. Si tratterebbe di alcuni ex An, deputati vicini alla Santanchè (che non è in Parlamento), Antonio Martino e qualche suo uomo, forse anche Guido Crosetto. Tutti insieme per dire che per loro non ci sarebbe alternativa alle urne e mai voteranno la fiducia a un esecutivo catapultato dal Quirinale e dai poteri forti. Eloquente il nome che i parlamentari avrebbero voluto dare al gruppo: Rivolta Democratica. A poche ore di distanza, tuttavia, il caso sembra rientrare, non già perchè ci si sia convinti della bontà del governo Monti, quanto per le rassicurazioni del presidente Berlusconi, che è stato chiarissimo ieri con i suoi.

Parlando ai suoi parlamentari, l’ex premier ha voluto rassicurare su un punto specifico: il PDL valuterà le misure del governo caso per caso. Non ci sarà una fiducia al buio, non un assegno in bianco. Al Senato, il PDL più la Lega sono maggioranza e anche alla Camera, sommando i voti del partito con quelli del Carroccio, Monti rischierebbe di cadere un giorno sì e l’altro pure.

Silvio lo ha detto senza remore: tranquilli, Monti non dura in eterno. La sua è una sospensione temporanea della democrazia, il suo governo dura finchè lo dice il PDL. Un messaggio che trapela dal vertice del PDL, ma che non è indirizzato solo ai parlamentari azzurri. Il partito dell’ex premier vuole che si sappia sin dall’inizio che Monti non nasce su basi infinite di tempo e di misure. Dovrà applicare solo quello che è richiesto dalla BCE e poi ci sono le urne. Se il Prof non si convince di questo, sarà ben chiaro che il PDL gli staccherà la spina e lo manderà a casa. Perchè piaccia o meno, è il partito di maggioranza relativa e ancora detiene la maggioranza in una delle due Camere.

E oggi Berlusconi parlerà alla Camera, in occasione del voto di fiducia, in rappresentanza del Popolo della Libertà. Il suo sarà un discorso non già di un semplice capogruppo, bensì di un uomo che voterà Monti, turandosi il naso. Soprattutto, di un leader politico che ha aperto di fatto la campagna elettorale e che già sta con un piede all’opposizione.

Questione di tempo.

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