I Chromebook non decollano: stimate vendite di circa 30.000 dispositivi entro la fine dell’anno

Google farebbe bene a rivedere le sue politiche per quanto riguarda il s. o. ChromeOS, perché la decisione di renderlo disponibile solo con i Chromebook, cioè notebook particolari che si avviano in pochi secondi e dove tutto viene salvato online e che in assenza di rete Internet diventano dei soprammobili, si sta rivelando decisamente sbagliata.

Del fatto che questi notebook non avessero incontrato il favore del pubblico non è certo una novità (anche qui su Bloglive ne abbiamo parlato spesso) ma francamente nessuno poteva pensare che un s. o. virtuale sincronizzato on i vari servizi Google potesse schifare in questo modo.

Secondo i dati riportati da Digitimes, entro la fine di questo 2011, si attendono delle vendite totali pari a circa 25.000 massimo 30.000 Chromebook, mettendo insieme i dati relativi alle vendite sia dei dispositivi prodotti da Samsung che da quelli prodotti da Acer.

È chiaro che si tratta di un numero totalmente inadeguato per un s. o. che potrebbe invece fare la differenza. Molti utenti hanno espresso in passato l’idea che un computer in grado di funzionare solo con Rete Internet sia assolutamente inutile, ma chiediamoci: è proprio così?

Tutto sommato, a cosa serve accendere un PC senza accesso ad Internet (escludendo gli utilizzi lavorativi)? Il motivo di fondo, potrebbe essere un’altro: per i soldi richiesti da un Chromebook si può optare per un notebook dotato di ottime specifiche tecniche o di un tablet di medio-alto livello. A questo punto non sarebbe meglio fornire ChromeOS come una distribuzione Linux, installabile su ogni PC?

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