Tassa barche mette in crisi i porti commerciali

E’ allarme rosso nei porti commerciali a causa della manovra Monti che ha introdotto la tassa sul stazionamento delle barche. Non a caso l’Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici (Assonat), aderente alla Confcommercio, ha messo in evidenza come la tassa di stazionamento delle imbarcazioni arrivi dopo che nell’ultimo anno il comparto ha dovuto far fronte ad un tracollo pari a ben il 30%. Di riflesso non è escluso il blocco dei porti commerciali visto che la nuova tassazione rischia di incidere e non poco su tutta la filiera della nautica con pesanti ricadute negative a livello occupazionale.

Al riguardo l’Assonat ha ricordato come il turismo nautico, considerando ed includendo l’indotto, produca ogni anno una ricchezza pari a ben 5 miliardi di euro.  Quello dell’Associazione più che una protesta è un vero e proprio grido di dolore che potrebbe di riflesso sfociare in azioni di protesta civile eclatanti, tra le quali proprio il blocco dei porti commerciali dove le barche sopra i 10 metri possono arrivare a pagare, per la tassa di stazionamento del natante, oltre 700 euro al giorno.

Secondo il presidente dell’Assonat-Confcommercio, Luciano Serra, quella messa a punto dal Governo tecnico guidato dal Premier Mario Monti non è una manovra fatta per colpire i ricchi, ma repressiva e purtroppo causa di effetti negativi su tutti gli operatori del comparto. Il tutto nonostante la posizione strategica dell’Italia nel Mar Mediterraneo possa permettere di gestire i porti come delle vere e proprie aziende in grado di contribuire a far girare il motore dell’economia tricolore.

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