Putin attacca USA, non vogliono alleati ma vassalli

Il premier russo Vladimir Putin ieri ha partecipato alla consueta maratona televisiva, in cui ha risposto a moltissime domande per ben 4 ore e mezza. E’ stata la prima occasione pubblica di contatto con i cittadini ed elettori dal 4 dicembre, il giorno delle contestatissime elezioni, che hanno scatenato tante proteste di piazza per presunti brogli. La reazione di Putin era attesa e potremmo definirla un misto di indifferenza alla piazza, ma anche di un uso più equilibrato del linguaggio politico sugli oppositori. Rispondendo a una domanda sul magnate Mikhail Khodorkovskij, il premier ha affermato che prenderebbe in considerazione una sua eventuale richiesta di grazia, purché prima ammetta i suoi errori. L’ex magnate del petrolio è in carcere dal 2003 per frode, anche se non ha mai ammesso le sue responsabilità.

Lo scorso anno, alla stessa maratona televisiva, Putin lo aveva semplicemente definito “un ladro, che deve stare in carcere”. Un timido cambiamento di toni, nel tentativo di non gettare benzina nel fuoco delle proteste.

Ma sulle proteste, la posizione del premier è chiarissima. Vanno bene, se sono nei limiti della legge, ma non è tollerabile che diano vita a disordini e a tentativo di sovvertire il voto che rispecchia la realtà. Poi, pur ironizzando sui manifestanti che lo hanno contestato (“se sono frutto del mio regime, me ne rallegro”), il premier ha avanzato ancora una volta il dubbio che siano frutto di azioni ben pagate dagli USA e ha attaccato Washington apertamente e duramente: “Non vogliono alleati, ma vassalli”, ha detto Putin.

Ha aperto sulla possibilità di meglio monitorare il voto, con la possibilità di installare webcam 24 ore su 24 nei seggi in cui si tengono le elezioni. Insomma, Putin non ci sta a passare per quello che vuole truccare il voto per restare al potere. Si prepara senza esitazioni alla sfida personale di marzo, per le presidenziali.

Contro di lui è sceso in campo il magnate Mikhail Prokhorov, ma tra la stampa estera, c’è persino chi insinua il dubbio che dietro vi sia lo stesso Putin, che starebbe tentando di trovare uno sfogatoio per le proteste di questi giorni, nel tentativo di fare rientrare nell’ambito del gestibile le contestazioni.

 

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