Otto domande a Monti, Napolitano ed ai nostri politici sulle loro scelte crudeli contro i cittadini

1) Se per risanare il debito pubblico italiano, l’unica soluzione era quella di aumentare le tasse e di bloccare l’aumento di parte delle pensioni, serviva un’equipe di professoroni della Bocconi per metterla in pratica?

2) Perchè i ricchi non vengono mai colpiti in proporzione ai soliti poveri disgraziati? Esempio: se per la patrimoniale serviva del tempo per la sua applicazione, perchè intanto non legiferarla, in vista di maggiori entrate future?

3) Lo sa lei caro Monti, che il criterio più equo possibile in natura è tassare in base al reddito? Quindi fermo restando che è giustissimo considerare anche i figli a carico nelle detrazioni per la nuova Ici, se tale discriminante non la colleghiamo al reddito, un miliardario con due figli ha più detrazioni di un lavoratore che guadagna 1000 euro al mese e  più anche di un disoccupato o precario, se ne rende conto?

4) Il Partito Democratico per quale motivo osteggiava (giustamente!) l’iniquità delle manovre berlusconiane, che colpivano in maniera squilibrata i lavoratori, accarezzando le persone più ricche, ed ora invece ha votato fieramente la manovra di Monti, che va nella stessa direzione e che riesce nell’impresa di essere ancora peggiore delle precedenti?

5) Perchè in Italia, crisi e non crisi, se lo chiede l’Europa tutti si inchinano a dire “Si”, quando si tratta di aumentare le tasse, dirette e indirette, e invece si conserva una grande sovranità nazionale per impedire la liberalizzazione degli ordini professionali (le caste!), ed i servizi (farmacie e taxi ad esempio).

6) In Italia esiste ancora una forza politica o sociale, che persegua l’obiettivo (non a parole come Monti) nella realtà delle cose di realizzare interventi equi e che difendano i ceti più deboli?

7) Perchè i nostri politici difendono il loro stipendio in proporzione a quello dei pari-professione negli altri Paesi d’Europa e non fanno il confronto invece tra il loro benessere con quello di impiegati, operai, precari e disoccupati del nostro Paese?

8) In un Paese dove chiunque “venga” a governare, non ha la forza, il coraggio o la possibilità di colpire mai certe categorie di persone, che comunque rientrano tra quelle definibili molto benestanti, come fa uno che è il Presidente della Repubblica, a porre l’accento invece sulla necessità che siano anche i ceti meno abbienti a pagare la crisi economica, visto che sono proprio quest’ultimi ad avere da sempre subito disagio sociale, disoccupazione, salari da fame, tasse che colpiscono sempre e solo gli stessi poveri disgraziati??

Qualcuno è in grado di rispondermi???? Senza rischio di qualunquismo, forse i nostri politici e le banche…

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