Horner e Trulli contro i piloti che pagano per correre in F1

In Formula 1 si potrebbe fare una lista chilometrica di cose che non funzionano come si deve: dai circuiti sperduti nel deserto (quando esistono tracciati eccezionali in Europa per storia e per tradizione) ai sorpassi “finti” causati dal DRS alle regole della FIA che elimina gli incidenti di gara per sanzionare ogni piccola rivalità, ecc.

Ma forse ce n’è uno che più di tutti comincia a farsi sentire in questa competizione: ci sono troppi piloti che pagano per correre. In questa F1 c’è molta gente che se non avesse alle spalle una forte sponsorizzazione non si meriterebbe il posto mentre tanti altri giovani piloti promettenti devono arrancare.

Vogliamo fare degli esempi: in F1 corre Petrov, Maldonado e Senna mentre restano appiedati piloti come Sutil e Barrichello. Anche Jarno Trulli, pilota che ha avuto una carriera decisamente sfortunata si trova a dover rischiare il posto in un team di poche speranze, la Caterham, perché ci sono piloti paganti che grazie alle sponsorizzazioni riescono portare denaro al team.

Il pilota italiano si è lamentato di questo problema così come Chris Horner, team manager della Red Bull il quale ha dichiarato che “c’è sempre stato il pilota che pagava per un posto: chi portava sponsor e soldi ha sempre trovato il modo di correre”.

Per risolvere questo problema dovrebbe intervenire la FIA: d’altronde per i piccoli team è fondamentale avere soldi e se questi arrivano da un pilota anche mediocre ma con forti sponsor che lo sostengono, ben venga: nessuno può schifare introiti finanziari significativi.

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