Arrivano gli orari liberi per i negozi: consumatori ottimisti ed esercenti scettici

Col nuovo anno iniziano ad andare a regime le nuove misure del governo Monti, incluso l’avvio delle liberalizzazioni, in primis quella che riguarda gli orari degli esercizi commerciali di tutta Italia. Ognuno potrà scegliere in autonomia quando alzare ed abbassare la saracinesca, ma ad arrivare sono stati anche la levata di scudi da parte delle associazioni degli stessi esercenti ed i problemi legati alla disomogeneità di applicazione delle nuove norme da parte degli enti locali. A Roma, ad esempio, il Comune si è subito attivato per diramare la notizia dell’entrata in vigore della legge, mentre a Milano si attende di conoscere la posizione della Regione Lombardia, visto che formalmente l’ultima parola spetta proprio alle Regioni, che non sembrano entusiaste della novità, con la Regione Toscana che ha già annunciato ricorso alla Corte Costituzionale per bloccare il tutto.

Luigi Taranto, segretario generale Confcommercio, parla di una “forzatura” e criticando chiarisce meglio la genesi della legge, spiegando come in realtà non sia stata effettuata una consultazione preventiva con gli enti locali, precludendo una loro decisione a favore o contro: “Riteniamo che ci siano già regole vigenti a garanzia dei servizi perfettamente in linea con l’Ue. Inoltre, la scelta di totale deregolamentazione degli orari nei giorni festivi, domenicali e infrasettimanali è davvero insostenibile per le piccole imprese e troppo costosa per le grandi”.

Anche Giuseppe Dell’Aquila, dell’ufficio legale di Confesercenti, condivide le preoccupazioni del collega, aggiungendo che a trarre vantaggio dalla nuova legge “saranno solo le reti della grande distribuzione, pagheranno i piccoli esercizi che pian piano saranno costretti a chiudere di fronte all’ennesima difficoltà”. Ed ancora, per una sorta di effetto a catena ci sarebbe -secondo Dell’Aquila- un fenomeno che porterebbe disagi ad anziani e disabili, costretti a spostarsi per recarsi nei grandi centri commerciali; infine l’annuncio di una battaglia: “Stiamo scrivendo una lettera alle Regioni per spingerle ad un’opposizione decisa”. Intanto le amministrazioni cominciano a decidere in modo indipendente e, dopo Roma, anche Napoli si dice d’accordo, mentre arriva una chiusura, oltre che dalla Toscana, anche da Torino e dalla Regione Piemonte. Paradossalmente le associazioni dei consumatori sostengono con convinzione l’iniziativa e da Paolo Martinello, presidente nazionale di Altroconsumo, arriva un “assoluto sì” alla liberalizzazione degli orari: “Pensate a chi lavora ed ha poco tempo, fare la spesa con più calma significa anche avere modo di scegliere e confrontare i prodotti. E con la maggiore concorrenza che ne deriverà, i prezzi potrebbero diminuire“.

Anche la Federconsumatori è ottimista, ma suggerisce ai commercianti una sorta di “autoregolamentazione” per evitare situazioni paradossali con tutti i negozi chiusi o aperti, e nello stesso tempo lancia un allarme da non sottovalutare: “Un fenomeno che potrebbe aumentare è quello del lavoro nero, pur di tener testa alla concorrenza si potrebbe arrivare anche a questo“.

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