Le reazioni dei politici all’indagine Istat: “Noi pagati meno degli altri, non accettiamo tagli!”

Sui contenuti dell’indagine della Commissione guidata dal Presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, che doveva studiare la media delle retribuzioni dei parlamentari europei, è già stato scritto un articolo puntuale su questa testata, io invece mi soffermerò sulle reazioni che essa ha destato tra i parlamentari italiani.

Cazzola, Pdl: “I dati sono incompleti e alimentano una polemica fascistoide contro la casta. Complimenti al professor Giovannini: ora sappiamo che le  statistiche ufficiali del Paese sono riposte in buone mani” (Ma il Pdl non era una grande fan dell’Istat quando i prezzi volavano, qualche anno fa, e l’Istituto Nazionale di Statistica negava, col compiacimento del Governo di Centro-Destra?).

Alessandra Mussolini, Pdl: “Facciamo fare la prossima indagine a Rizzo e Stella (autori del celebre libro contro la casta ndr), ahahahahah”.

Giorgio Merlo, Pd: “Qual’è l’autorevolezza della Commissione che ha effettuato l’indagine? Al di là dell’ormai nota, ripetuta e violenta propaganda contro il Parlamento, c’è un solo dato che purtroppo emerge. E cioè, la commissione Giovannini, formata da super-esperti, ha snocciolato dati incompleti ed inattendibili, chiedendo paradossalmente altri 3 mesi di approfondimento”.

Bersani, Pd: “Se necessari, effettueremo altri tagli, ma basta antipolitica“.

Italo Bocchino, Terzo Polo: “I Parlamentari italiani sono i peggio pagati, ma il problema non è tanto il costo dello stipendio di ognuno di noi, che comunque va ridotto, ma il numero di deputati e senatori, che risultano essere troppi“.

Ora, al di là del fatto che i nostri parlamentari pagano più tasse (come le pagano di più i nostri operai, impiegati e dirigenti) rispetto al resto d’Europa per l’imposizione fiscale vigente e dispongono di meno rimborsi per i collaboratori (ma tanto poi loro li sottopagano in nero), il loro stipendio resta il più alto d’Europa ed ascoltare tali commenti, tali posizioni di arroccamento in difesa dello status quo, in una situazione di grave crisi economica che sta sottoponendo gli italiani comuni a sacrifici obbligatori ed insostenibili, è clamorosamente vergognoso!

Propongo una soluzione al problema: siccome ci sono tante opzioni da rendere difficile il confronto tra gli stipendi dei nostri parlamentari e quelli del resto d’Europa, perchè non fare la cosa più equa del mondo? Livellare gli stipendi dei nostri parlamentari alla media di quella dei dipendenti italiani pubblici e privati: cioè dei nostri operai ed impiegati, così magari cominceranno a capire pure loro cosa significa provare difficoltà ad arrivare a fine mese con stipendi da fame e tasse sempre più elevate (capito cari Mario Monti ed Elsa Fornero?)!

Del resto perchè livellare gli stipendi dei nostri parlamentari a quelli europei, quando i nostri operai ed impiegati prendono molto meno dei pari-professione in Germania, Francia, Inghilterra e non solo?

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