Junk food: italiani favorevoli a tassare il cibo spazzatura

In tempo di crisi lo Stato deve fare i conti con i bilanci e le spese in tutti i settori. Il neo governo Monti sta vagliando il cosiddetto provvedimento “Cresci Italia” che prevede la tassazione di diversi prodotti. Dopo l’aumento del carburante, tasse su alcoolici, sigarette e i cosiddetti beni di lusso, si sta valutando di mettere una tassa anche sul cibo spazzatura o Junk Food.

Pare che il servizio sanitario nazionale sia gravato da una spesa che supera gli otto miliardi di euro per curare le malattie derivate da cattiva alimentazione. Diabete, colesterolo alto, obesità, ipertensione e molte altre sono infatti le patologie scatenate da un’alimentazione ricca di grassi e zuccheri.

Da un recente sondaggio pare comunque che l’80% degli italiani si dica favorevole alla tassazione di bevande gassate e zuccherate, come del resto già si fa in molti Paesi Europei, in cambio di un maggiore sostegno per i cibi sani e genuini del nostro territorio. In Danimarca snack, patatine e merendine – cibi ricchi di grassi saturi – sono stati tassati di 16 corone (l’equivalente di circa € 2,15) al kilo. In Francia invece è stata introdotta la “Taxe soda” che incide sul prezzo finale di appena 2 centesimi per lattina ma fa guadagnare all’erario ben 280 milioni di euro. Con il ricavato di questa operazione finanziaria si intenderebbe costruire, ristrutturare e rimodernare ospedali e case di cura.

Coldiretti sottolinea il fatto che, con il passare del tempo, sempre più giovani si allontanano dalla salutare dieta mediterranea che caratterizza il nostro Paese preferendo fast food e cibi precotti. L’educazione alimentare dovrebbe essere introdotta a partire dalle scuole e dalle rispettive mense, preferendo cibi genuini e sani a fritture e bibite dolci. I dati parlano chiaro, il 34% dei bambini sotto i 10 anni è già in sovrappeso o addirittura obeso e non consuma le dosi di frutta e verdura raccomandate.

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