Concordia, riprese stamattina le ricerche dei dispersi

Le ricerche dei naufraghi della Concordia sono riprese stamattina. Il maltempo all’isola del Giglio aveva imposto lo stop ai sommozzatori sia per le ispezioni al relitto, sia per l’attività di svuotamento dei serbatoi. La nave, a causa del forte vento e del mare grosso, si è spostata di 4 centimetri in poche ore, mentre finora si registravano movimenti di millimetrici all’ora. Il rischio per i sommozzatori è dunque alto rispetto alla speranza di trovare ancora qualche superstite all’interno del relitto. A spiegarlo, Franco Gabrielli, commissario per l’emergenza Concordia: “Quando ho la sensazione che dietro una porta possa esserci una persona viva, io espongo chi interviene al limite estremo. Se so che lì dietro c’è un cadavere, di fronte a una scelta, tutelo l’operatore».

Dopo il ritrovamento della 17esima vittima, la barista di bordo Erika Fani Soriamolina, peruviana, è sceso a 16 il numero dei dispersi, fra i quali tre italiani: si cercano ancora la piccola Dayana, 5 anni, e il suo papà, Williams Arlotti, 37 anni, di Rimini, e Giuseppe Girolamo, 30 anni, di Alberobello (Bari).

Riguardo a Dayana, la testimonianza di Giovanni Lazzarini, animatore dei bambini sulla Concordia, la vede l’ultima sera di navigazione intorno alle 21,20 con il papà e la compagna di quest’ultimo nella zona del ponte 4: Williams, la cui vita dopo due trapianti dipende dall’assunzione quotidiana di diversi tipi di farmaci, era in ansia per questo problema e potrebbe aver tentato di raggiungere la sua cabina per recuperare le medicine. Tuttavia la compagna, Michela Maroncelli, salvatasi dalla sciagura, riferisce di averlo perso di vista solo all’imbarco sulle scialuppe: “L´ho visto che stava facendo fatica a salire una scala, là nel buio. Ho sentito che qualcuno ha gridato “lanciategli una corda”, ho avuto il terrore che si riferissero a lui. Non ho più visto né William né la bimba mentre mi allontanavo dalla nave”.

Nel caso di Giuseppe, batterista della band di bordo, potrebbe essere stato il suo gesto di altruismo a costargli la vita: avrebbe ceduto ad un bambino il posto sulla scialuppa che gli era stata destinata.

Per l’attività di svuotamento del carburante occorreranno ancora 28 giorni, mentre per la rimozione del relitto, potrebbe passare anche un anno. La stima dei tempi, fornita ieri dal commissario Gabrielli, ha scoraggiato non poco gli abitanti del Giglio, il sindaco Sergio Ortelli e tutti gli operatori turistici dell’isola, seriamente preoccupati per le ripercussioni negative che la presenza della nave semiaffondata all’ingresso del porto potrebbe avere sull’economia della prossima stagione balneare. Al di là del rischio contaminazione dell’area marina protetta, infatti, qualora questa fosse scongiurata con ogni mezzo, resterebbe comunque la visione del relitto, col suo carico di morte, a devastare l’immaginario dei potenziali turisti.

Impostazioni privacy