Greenpeace: Enel killer del clima

Nuovo assalto da parte degli attivisti Greenpeace. Stavolta la “vittima” è stata la sede dell’Enel di Roma  in Viale Regina Margherita.

Ieri mattina alcuni attivisti si sono calati dal tetto del palazzo e vi hanno attaccato uno striscione della lunghezza di ben 70 metri con scritto “Enel Killer del clima, abbiamo le prove, FacciamolucesuEnel.org”, mentre altri transennavano l’ingresso per delineare “la scena del crimine”.

L’associazione ambientalista, stavolta munita di una nuova squadra investigativa, i R.I.C, Reparto Investigazioni Climatiche, accusa l’azienda produttrice di energia elettrica di essere il più grande emettitore di Co2 in Italia.

Dopo il blitz, alcuni rappresentanti di Greenpeace hanno incontrato i vertici Enel, i quali si sono difesi sostenendo che Enel sia tra i maggiori produttori al mondo di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili e che dal 2011 il 42% dell’energia prodotta da Enel non ha implicato alcun tipo di emissioni dannose all’ambiente. Ovviamente non sono dello stesso avviso i rappresentanti di Greenpeace i quali vedono nel carbone l’arma utilizzata dalla società per attentare alla salute del nostro pianeta.

Il carbone è la principale causa del cambiamento climatico che, se non fermato, provocherà l’estinzione di massa di migliaia di specie animali e vegetali, e la morte per fame di centinaia di milioni di persone in pochi decenni. Se non si fermerà l’uso irresponsabile del carbone questo fenomeno diverrà incontrollabile e Enel ha piani per espandere ulteriormente il suo uso”. Così commentava qualche tempo fa il direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio.

Ad oggi nessun compromesso è stato raggiunto, non ci resta che attendere nuovi risvolti.

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