Embrioni: il San Filippo Neri centro di PMA inadeguato

Sono giorni che si parla della distruzione di 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale avvenuto all’ospedale San Filippo Neri di Roma. Dopo quanto accaduto è stata imposta un’ispezione presso il centro di procreazione medicalmente assistita colpevole di aver distrutto il sogno di tante coppie che riponevano negli embrioni, negli ovociti così come anche nel liquido seminale tutti congelati, le speranze di diventare genitori. L’esito ottenuto è stato del tutto negativo, in quanto il centro è stato definito non idoneo come centro di fecondazione assistita.

Lo stesso ministro della salute Balduzzi, ha dichiarato di aver ricevuto la relazione che attesta quanto sopra citato. Il centro è carente nella struttura e nell’intero organigramma dell’intera struttura, la qualità è scadente sia come servizio e sia nella strumentalizzazione.

Il sistema di funzionamento del centro ha rivelato grossi deficit, e questo aggrava la condizione del San Filippo Neri come centro di PMA, soprattutto in virtù del tragico evento verificatosi qualche giorno fa. C’è stata una carenza di servizio e incapacità tecnica; ancora le cause precise che hanno causato l’incidente al sistema di congelamento non sono ben chiare. Si è parlato nelle ore precedenti di possibili guasti e o malfunzionamenti di un macchinario. Questo guasto è dovuto a incuria del personale oppure dall’azienda stessa che si occupa della produzione di simili macchinari? Il Codacons l’ente che tutela i consumatori si è esposto molto in questa vicenda. Tanto che ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma, con la quale accusa di omicidio colposo e lesioni gravi l’ospedale San Filippo Neri di Roma per il centro di fecondazione assistita inerente alla vicenda che ha colpito e lasciato sgomento il nostro paese: “Lo Stato non può riconoscere agli embrioni la natura di esseri viventi solo quando si parla di aborto” . Questo è quello che hanno dichiarato gli esponenti del Codacons.

Dei risultati dell’ispezione si è parlato ad un vertice che si tenuto presso la sede Codacons di Viale Mazzini, al quale hanno partecipato anche alcune coppie vittime dell’incidente e che hanno perso i loro embrioni. Queste ultime hanno commentato l’accaduto con tanta amarezza; un’altra donna ha asserito di aver perso gli ovociti che aveva prodotto inseguito ad una cura ormonale molto pesante. Adesso se dovesse ritentare in qualche altro centro, dovrebbe rifare tutta la trafila terapeutica che costerebbe alla donna un altro immenso sacrificio di salute, oltre che di stress e ansia, senza considerare la lunga lista di attesa per un centro pubblico che può durare anche diversi anni.

Le coppie hanno approfittato per lanciare il loro disappunto sul sistema sanitario che spesso appunto fa aspettare le coppie anche per svariati anni. La donna che ha parlato, ha di fatto detto che lei stessa ha dovuto aspettare due anni prima di poter iniziare la trafila necessaria per un tentativo di fecondazione assistita.

Si spera e augura che lo stato possa fare qualcosa in tal senso e critica il sistema che vede la possibilità di usufruire dei centri privati solo a chi può permetterselo realmente, visti i costi che si registrano in quest’ambito.

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